SINO AL 2021 IN PENSIONE CON QUOTA 100
Dopo il primo gennaio 2022 non si potrà più andare in pensione con la Quota 100: la misura, introdotta nel 2019, si esaurirà alla sua scadenza naturale fissata alla fine del 2021 e non sarà rinnovata. Questo, almeno, sembra l’orientamento del Governo, com’è emerso anche nell’incontro che si è tenuto nei giorni scorsi con i sindacati. Ecco come funziona oggi questa misura.
Le regole su Quota 100. Quota 100 consente di ottenere la pensione anticipata ai lavoratori dipendenti, autonomi e iscritti alla Gestione separata Inps (i Co.co.co., per intenderci) che nel periodo compreso tra il 2019 ed il 2021 raggiungono almeno 62 anni di età e almeno 38 di contributi.
Il requisito anagrafico (62 anni) non è soggetto all’adeguamento demografico. Rimane quindi fissato anche nell’ipotesi in cui si dovesse verificare un incremento della speranza di vita nel 2021. Coloro che perfezionano i prescritti requisiti nel periodo compreso tra il 2019 ed il 2021 possono conseguire il trattamento pensionistico in qualsiasi momento successivo all’apertura della cosiddetta finestra (tre mesi i dipendenti del settore privato e gli autonomi e sei mesi i dipendenti della Pubblica amministrazione).
La legge prevede l’incumulabilità della “pensione quota 100” con i redditi da lavoro dipendente o autonomo, a eccezione di quelli derivanti da lavoro autonomo occasionale nel limite di 5mila euro lordi annui. Questa incumulabilità si applica per il periodo intercorrente tra la data di decorrenza della pensione e la data di maturazione del requisito anagrafico per la pensione di vecchiaia.
Alla pensione Quota 100 non può accedere il personale appartenente alle Forze armate, il personale delle Forze di polizia e polizia penitenziaria, il personale operativo del Corpo nazionale dei vigili del fuoco ed il personale della Guardia di finanza.