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RIFORMA DELLE PENSIONI, TRA CONFERME E NOVITÀ

Sul tema delle pensioni il governo è costantemente all'opera per modificare alcune misure. Sono previste novità sia per Quota 103, sia per le cifre minime dell’assegno previdenziale che potrebbero superare 615 euro. Anche per Ape Sociale e Opzione donna potrebbero esserci cambiamenti. Ma andiamo con ordine.

 

Un’altra riforma. La riforma delle pensioni che intende attuare il governo prevede il rinnovo di Quota 103. Il problema si pone al momento della ricerca delle risorse finanziarie. Insomma, come si dice in questi casi, “la coperta è corta”, poiché i quattrini a disposizione sono pochi.

Per quanto riguarda la manovra in questione l'esecutivo ha messo in campo 4 miliardi di euro che sarebbero necessari per confermare Quota 103 per il prossimo anno e Opzione donna in versione ridotta. A questo proposito Quota 41, misura che permetterebbe di lasciare il proprio posto di lavoro al raggiungimento dei 41 anni di contributi, potrebbe essere messa in pausa a causa della mancanza delle risorse economiche necessarie.

 

Quota 103. In merito a Quota 103, che consente l'accesso alla pensione una volta che la somma tra età anagrafica e anni di contributi dà come risultato appunto quella cifra, la necessità è quella di trovare altri fondi per la copertura. Quest’anno (2023) per accedere alla pensione con la formula in questione è richiesto avere 62 anni di età e aver versato 41 anni di contributi. Il progetto è quello di replicare lo schema nel 2024. Ma fino al mese di ottobre non saranno note eventuali novità, poiché dovranno essere quantificate le risorse a disposizione.

 

Opzione donna. Le novità previste per Opzione donna sono diverse. Ricordiamo che questa forma di pensionamento anticipato straordinario, permette alle donne (dipendenti o autonome) con almeno 35 anni di contributi, di andare in pensione nel 2023 una volta compiuti 60 anni o, in alcuni casi, anche solo 58 o 59 anni. Tra le ipotesi c’è quella di estendere il beneficio senza distinzioni legate al numero di figli (come invece accade oggi) o alla mansione ricoperta.

 

Ape Sociale. Nel 2023 per accedere all’Ape sociale è necessario aver compiuto 63 anni di età, aver interrotto l’attività lavorativa e non essere titolari di un trattamento pensionistico diretto (non conta la reversibilità). Tra le ipotesi della misura nella legge di Bilancio 2024, potrebbe arrivare la possibilità di coinvolgere i professionisti impegnati in attività gravose e usuranti.

 

Pensioni minime. Per quanto riguarda le pensioni minime, l’obiettivo è quello di aumentare l’assegno. Aspetto dovuto anche alla rivalutazione del tasso di inflazione cresciuto molto negli ultimi periodi. Il progetto sarebbe quello di superare i 615 euro per gli over 75 e consentire loro di ricevere una previdenza minima un po’ superiore a quella attuale.