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PENSIONE, PER LE DONNE È SEMPRE PIÙ LONTANA

Otto marzo, Festa della donna. Penalizzate sul lavoro e ostacolate dai pregiudizi, le donne sono discriminate anche nella previdenza sociale. Nonostante i positivi passi in avanti degli ultimi anni, le donne in Italia si trovano ancora a dover colmare un significativo divario pensionistico rispetto agli uomini.

Come riportato nell’indagine conoscitiva sulla disparità nei trattamenti di quiescenza elaborato dalla Commissione lavoro della Camera nel 2017 (l’ultima disponibile), la percentuale di uomini coperti dal sistema previdenziale è pressoché completa, pari al 99,3%. Di contro, solo l’83,9% delle donne gode di tale copertura. Una differenza pari a 15,4 punti percentuali, più del doppio rispetto alla media europea che si attesta intorno al 7%.

Non solo. Quando dopo tante tribolazioni (tra lavoro e casa), una donna si vede accreditata la pensione ha un’altra sorpresa. Mentre un uomo intasca mediamente 1.654 euro, una donna ne riceve 1.064, cioè 600 euro in meno, un’enormità. Esiste dunque una differenza di genere sostanziale, anche per quanto riguarda l’entità dell’assegno Inps.

Un amaro 2019. Dal 2019 anche le donne vanno in pensione più tardi, a 67 anni: da quell’anno, infatti, tutti i requisiti sono saliti di 5 mesi, salvo alcune eccezioni (precoci, lavori usuranti, ecc.). L'età per l'accesso alla pensione di vecchiaia è così la più alta in Europa, e il divario si accrescerà nei prossimi anni con l'adeguamento dell'età alla speranza di vita. In Germania è previsto il passaggio a 67 anni nel 2030, in Francia dopo il 2022 e in Gran Bretagna nel 2028. Nella gran parte dei paesi europei l'età per la pensione di vecchiaia è fissata intorno ai 65 anni, con aumenti verso i 67 anni dopo il 2021 (in Danimarca nel 2022, in Spagna nel 2027, in Austria 65 anni per le donne nel 2033). 

Anzianità congelata. Dal 2016 al 2026, grazie al famoso “decretone” che ha introdotto la pensione con Quota 100, la pensione anticipata alle donne continuerà a essere riconosciuta in presenza di 41 anni e 10 mesi di versamenti, un requisito estremamente difficile da raggiungere per una donna.

La rendita, però, non può essere incassata subito, perché si  dovrà aspettare la cosiddetta “finestra”.  In altre parole, chi matura il requisito a marzo 2021 intascherà l’assegno Inps solo dal primo giugno se dipendente privato o autonomo (artigiane, commercianti e coltivatrici dirette), ovvero dal primo ottobre se dipendente pubblico. 

La scorciatoia.  Ma c’è anche una buona notizia che riguarda solo le donne. La proroga della famosa Opzione donna, la possibilità di ottener la pensione prima, ma con il meno vantaggioso metodo di calcolo contributivo. Sono interessate le lavoratrici dipendenti che hanno compiuto 58 anni di età (59 anni le autonome) entro il 31 dicembre 2020, purché abbiano maturato almeno 35 anni di contributi (sempre entro il 31 dicembre 2020). Continua a essere applicata la finestra mobile di 12 mesi per le dipendenti e 18 per le autonome. Quindi se i 35 anni di contributi sono stati perfezionati nel giugno 2020 la prima finestra si aprirà il primo luglio 2021, se si tratta di lavoratrice dipendente, il primo gennaio 2022, se si tratta di lavoratrice autonoma.

Come accennato, la scelta non è indolore poiché il calcolo contributivo genera spesso un’importante riduzione dell'assegno, che resterà poi per tutta la vita. L'entità della riduzione dipende da diversi fattori tra i cui l'età alla decorrenza della pensione (la riduzione è maggiore in corrispondenza di età di pensionamento più basse), la dinamica della carriera lavorativa e la tipologia di lavoro.

 

www.inps.it

 

 

L’aumento dell’età per la pensione di vecchiaia…

 

Anno decorrenza

Requisito

Dipendenti

Autonome

2012

62 anni

63 anni e 6 mesi

2013

62 anni e 3 mesi

62 anni e 3 mesi

 2014-2015

63 anni e 9 mesi

64 anni e 9 mesi

2016-2017

65 anni e 7 mesi

66 anni e 1 mese

2018

66 anni e 7 mesi

66 anni e 7 mesi

2019-2022

67 anni

67 anni

 

 

  … e per la pensione anticipata

 

Anno decorrenza

Requisito

2012

41 anni e 1 mese

2013

41 anni e 5 mesi

 2014-2015

41 anni e 6 mesi

 2016-2026

41 anni e 10 mesi