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PENSIONI, L’OPZIONE DONNA NON CAMBIA

L’opzione donna manterrà anche nel 2022 i requisiti richiesti sinora: potranno così andare in pensione le lavoratrici dipendenti e autonome nate rispettivamente nel 1963 e nel 1962. Com’era stato anticipato nella news del 9 novembre, https://www.iomiassicuro.it/news/quale-futuro-opzione-donna,  il nuovo testo della Legge di bilancio 2022 rivede, infatti, le condizioni di accesso rispetto alla prima bozza, concordata nel Consiglio dei ministri lo scorso 28 ottobre.

Dopo la firma del Presidente della Repubblica (in gergo “bollinatura”), la bozza della manovra economica 2022 è stata trasmessa al Senato, e assegnata alla quinta commissione (Bilancio). Da questa settimana inizia il percorso parlamentare con le forze politiche, che presenteranno i loro emendamenti al testo.

 

Il ripescaggio. Nel 2022, dunque, potranno, pertanto, accedere alla pensione con opzione donna:

1) le dipendenti in possesso di 35 anni di contributi e 58 anni di età al 31 dicembre 2021;

2) le autonome in possesso di 35 anni di contributi e 59 anni di età al 31 dicembre 2021. 

Rimane confermato il meccanismo stabilito con la Legge del 2010 (la n. 122), che prevede l’incasso del primo rateo dell'assegno pensionistico dopo 12 mesi (18 le autonome) dalla maturazione dei richiesti requisiti è l’ormai famosa “finestra”.

In proposito va ricordato che se i requisiti sono raggiunti entro il 31 dicembre 2021, il pensionamento potrà avvenire in qualsiasi data successiva, per via della cosiddetta “cristallizzazione del diritto”: quindi anche nel 2023, o successivamente.

 

Calcolo della rendita. Il pensionamento anticipato attraverso “l'opzione donna”, ne abbiamo parlato più volte, richiede l'applicazione della regola del meno vantaggioso calcolo contributivo dell'intero assegno Inps. Ne consegue che il vantaggio dell'uscita anticipata si traduce in molti casi in un “taglio “della misura della pensione. La decurtazione è direttamente proporzionale all’anticipo: tanto più importante quanto maggiore è l’anticipo stesso.

 

No al cumulo gratuito. I 35 anni di contributi non possono essere raggiunti tramite il cosiddetto cumulo gratuito”. Infatti, coloro che possono vantare “contributi misti”, per poterli valorizzare in pensione, dovranno continuare a ricorrere alla ricongiunzione onerosa. E’ invece possibile raggiungere il requisito contributivo attraverso il riscatto agevolato  dei periodi di studi universitari precedenti al primo gennaio 1996.

 

Le risorse non mancano. Dai dati forniti dall’Inps, si tratta di un’operazione del tutto possibile, vista l’utilizzazione relativamente bassa registrata fin qui da questa possibilità di pensionamento anticipato. L’Istituto di previdenza ha reso noto che le richieste per Opzione donna accolte sono state rispettivamente 21.090 nel 2019 e 14.510 nel 2020.

 

Personale scolastico. Occorre infine sottolineare che il personale del comparto scuola che ha maturato i requisiti entro il 31 dicembre 2021 e non ha potuto presentare domanda di cessazione dal servizio nei termini previsti dal Miur (il ministero della pubblica istruzione) lo scorso dicembre, beneficerà di più tempo.  Poiché la modifica della precedente normativa entrerà in vigore il primo gennaio 2022, per la presentazione della domanda di cessazione dal servizio c’è tempo sino al 28 febbraio, con effetto dalla fine dell'anno scolastico 2021/2022 e cioè dal primo settembre 2022.

 

www.inps.it