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QUALE FUTURO PER OPZIONE DONNA?

Marcia indietro del governo su Opzione donna. Secondo indiscrezioni, dopo il paventato “scalone” che determina il passaggio tra quota 100 e la legge Fornero (tutti in pensione non prima dei 67 anni), sembra che salti anche lo “scalino” di Opzione donna. E cioè l’innalzamento della soglia anagrafica per l’uscita anticipata delle lavoratrici, con un minimo di 35 anni di contributi. Dagli attuali 58 (59 per le autonome) a 60 anni (61 per le autonome). A quanto pare, dunque, nel testo finale del disegno di legge di bilancio 2022, che a giorni approderà in parlamento, lo “scalino" verrebbe cancellato.

 

Basteranno 58 anni? Certamente non è possibile fare previsioni più di tanto. Tutto dipenderà dalla discussione parlamentare. Cedendo al pressing di quasi tutte le forze che compongono la maggioranza (nonché delle organizzazioni sindacali), il governo sembrerebbe intenzionato a lasciare le cose come stanno. Compreso il vincolo del calcolo dell’assegno interamente con il metodo contributivo, notoriamente meno vantaggioso di quello misto: retributivo sino al 2011 e contributivo per l’anzianità maturata dal 2012.

 

I soldi ci sono. Dai dati forniti dall’Inps si tratterebbe di un’operazione possibile, vista l’utilizzazione relativamente bassa registrata fin qui da questa possibilità di pensionamento anticipato. L'istituto previdenziale fa sapere che le richieste per Opzione donna andate a buon fine sono state 21.090 nel 2019 e 14.510 nel 2020.

 

Contributivo per tutti. Come detto, l’utilizzazione di Opzione donna prevede il calcolo della rendita anticipata con il metodo contributivo. E' come dire: se vuoi andare i pensione prima, incassi quello che hai accumulato durante tutta la carriera lavorativa. Un meccanismo che sembrerebbe piacere ai tecnici del governo e che potrebbe essere proposto alle parti sociali.

Tutto questo per provare a definire un nuovo assetto previdenziale dal 2023. Cioè, dopo che alla fine del 2022 si esaurirà quota 102 (uscita con 64 anni d’età e 38 di contributi). Una misura messa a punto dal governo per rendere più graduale il passaggio tra quota 100, in scadenza a dicembre 2021, e la versione integrale (rigida) della legge Fornero.

 

http://www.inps.it