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ELEZIONI, IL PROGRAMMA PREVIDENZIALE DEI VINCITORI

Adeguare a mille euro al mese le pensioni minime (e gli assegni sociali), oltre che i trattamenti di invalidità civile. Assegni che, se non ci sono altri redditi, attualmente valgono 680 euro al mese. E' questo il punto centrale, in tema previdenza, del programma del centrodestra, vincitore delle elezioni politiche.

In particolare, per Fratelli d’Italia, le risorse potrebbero arrivare da una ristrutturazione di alcuni bonus (acquisto monopattini, sostegno psicologico) e dal ridimensionamento del reddito di cittadinanza.

La Lega (da sempre) punta anche a Quota 41 per tutti, indipendentemente dall’età anagrafica.

Per il centrodestra, inoltre, la salvaguardia del potere d’acquisto passa per la garanzia della rivalutazione dei trattamenti pensionistici con le attuali fasce di indicizzazione, più favorevoli per la classe media rispetto agli ultimi due lustri. E nell’abbandono di qualsiasi progetto di tagli, seppur temporanei, alle “pensioni d’oro”. Pensioni sulle quali sono stati pagati i contributi.

Anche il programma del centrosinistra puntava a Quota 41. Altri punti forti erano la stabilizzazione di Opzione donna e Ape sociale e la flessibilità in uscita dai 62 anni, ma con una penalità sulle quote retributive della pensione per ogni anno di anticipo rispetto all’età di vecchiaia (67 anni). Infine, il centrosinistra mirava al sostegno alle lavoratrici madri, tramite il riconoscimento di coefficienti di trasformazione più elevati.