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QUASI NOVE ITALIANI SU DIECI HANNO PROGRAMMATO UNA VACANZA

Non siamo ancora a giugno, ma già si programmano le ferie. Con un trend sempre più chiaro: le lunghe code sotto il sole d'agosto sono meno probabili rispetto al passato, perché un numero crescente di persone sceglie di viaggiare in altri mesi.

Secondo la 24esima edizione dell'Holiday Barometer - ricerca di Ipsos ed Europ Assistance sulle nuove abitudini e trend di viaggio in Europa, Nord America, Australia e Asia - l’85% degli italiani ha infatti voglia di partire. Il valore, che è il più alto al mondo, è maggiore del 6% rispetto all'anno scorso.

Cresce la prenotazione anticipata: il 37% riserva il viaggio fra i due e i quattro mesi pima della partenza, e il 20% ha già utilizzato l’intelligenza artificiale nella sua pianificazione, mentre il 26% intende farlo in futuro (i valori più alti in Europa).

I vacanzieri tendono sempre più a riposarsi fuori stagione: il 39% preferisce partire a settembre e il 31% a giugno. Insomma: se una volta gli italiani erano tra i più "agostani" d'Europa, ora evidenziano il trend opposto, con una tendenza alla destagionalizzazione maggiore rispetto alla media continentale.

Quale la meta preferita? Il 67% vuole rimanere nel Paese, che tra l'altro è nella top 3 dei viaggiatori europei e americani; tuttavia, quelli che non varcheranno il confine sono il 7% in meno rispetto all'anno scorso. Chi sceglie l'estero è invece il 36%, in crescita del 7%. A influire sulla scelta del luogo dove trascorrere le ferie sono anche varie preoccupazioni, come conflitti armati, situazione politica locale, salute e sicurezza personale, eventi climatici estremi, inflazione e sovraffollamento turistico.

Nonostante il boom degli affitti brevi, l'albergo è ancora l'alloggio più gettonato, con il 45%; segue il bed and breakfast (32%, il dato più alto in Europa).

Cresce anche il viaggio in solitaria, che raggiunge il 35%.

Infine, solo il 39% assicura abitualmente il proprio viaggio - valore più basso in Europa e al di sotto della media continentale (62%).

Per il 30% del campione, la responsabilità è dei premi troppo elevati. C'è anche chi pensa di non avere bisogno di una polizza perché non viaggia abbastanza per sottoscrivere una copertura (29%), perché non va lontano o pensa di non assumersi alcun rischio (27%) o semplicemente perché convinto di non averne bisogno.

Le polizze più diffuse sono quelle per salute (87%) e smarrimento, furto o danneggiamento di effetti personali (84%). Seguono spese mediche (68%), annullamento del viaggio (circa il 70%), protezione del bagaglio (64%), ritardo o cancellazione del volo o della partenza (62%) e rimpatrio sanitario (61%).

I viaggiatori acquistano le polizze soprattutto alle agenzie di viaggio (24%) o direttamente presso le compagnie assicurative (23%),

Il prezzo è determinante nella scelta della polizza (50%), seguito dalla reputazione della compagnia, (28%) e dalla gamma di prodotti offerti (23%).