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PIÙ CITTADINI CONTROLLANO LA SALUTE. MA SONO ANCORA POCHI

Sono ancora la minoranza (ma crescono) gli italiani che svolgono visite ed esami di prevenzione. Il dato emerge da un'inchiesta effettuata da Nomisma per Unisalute a febbraio 2023.

Secondo la ricerca, solo il 41% ha dichiarato di monitorare la sua salute con controlli regolari, contro il 33% del 2022. Contemporaneamente, sono leggermente di meno gli intervistati che iniziano a curarsi solo quando insorge un disturbo o una malattia (dal 48% al 45%) e quelli che non fanno niente per tutelare la loro salute (5%, contro il 9% del 2022).

 

Più controlli al centro. A livello geografico, i check più frequenti sono effettuati al centro (45%), contro il 40% del nord e il 31% del sud. Le donne sono più attente (il 42% si controlla, contro il 33% degli uomini), anche se solo il 47% del campione "rosa" ha svolto una visita ginecologica nell'ultimo anno, e il 25% non l'ha mai fatta o non la effettua da molto tempo.

 

Sangue e urine. I controlli più frequenti sono gli esami del sangue, a cui il 75% ha affermato di essere stato sottoposto nell'ultimo anno. Seguono quelli delle urine (54%).

Decisamente più bassa la frequenza delle visite dermatologiche, con il 19% che le ha effettuate nell'ultimo anno e il 64% che non ha mai eseguito (o ha fatto “molti anni fa”) questa visita.

 

Tempi lunghi. Perché solo la minoranza non si fa controllare?  Soprattutto perché il 29% sceglie le visite solo quando ci non si sente bene, e il 25% crede di non aver bisogno di controlli. Ma a frenare il monitoraggio della salute sono anche i tempi di attesa esageratamente lunghi (20%) e i costi troppo alti (19%)-