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PENSIONI, VERSO LA PROROGA OPZIONE DONNA E APE SOCIALE

È un gioco ancora a “carte coperte” quello del nuovo governo sul fronte della previdenza. Niente timori circa la cancellazione della pensione “Quota 100”: se proprio si dovrà intervenire, sarà per piccoli ritocchi. Ma tra le carte sbuca anche una buona nuova, soprattutto per le donne. L' Opzione donna e l’Ape sociale, che scadono  il 31 dicembre ì2019, saranno prorogate di un anno. Queste, in sintesi, le ultime notizie uscite dalle dichiarazioni del premier Giuseppe Conte in occasione della presentazione della Nadef, la Nota di aggiornamento del documento di economia e finanza.

Opzione donna. Come detto, la manovra economica di fine anno dovrebbe quasi certamente contenere la proroga di un anno per la cosiddetta “opzione donna”, ossia la possibilità di ottener la pensione prima, ma con il meno vantaggioso metodo di calcolo “contributivo”. La proroga andrebbe a vantaggio delle nate nel 1961.

A normativa ferma, ora sono interessate le lavoratrici dipendenti nate entro il 31 dicembre 1959 e le autonome entro il 31 dicembre 1958, purché abbiano maturato almeno 35 anni di contributi entro il 31 dicembre 2018. Continua a essere applicata la finestra mobile di 12 mesi per le dipendenti e di 18 mesi per le autonome. La scelta, lo ripetiamo, non è indolore: il calcolo “contributivo” determina spesso un’importante riduzione dell'assegno che resterà poi per tutta la vita.

L'entità della riduzione dipende da diversi fattori tra i cui l'età alla decorrenza della pensione (la riduzione è maggiore in corrispondenza di età di pensionamento più basse), la dinamica della carriera lavorativa, la tipologia di lavoro (dipendente o autonomo). Si stima che il taglio porterebbe una penalizzazione tra il 20 e il 30%. 

Quota 100. A quanto si dice, la misura sperimentale sarà mantenuta fino alla sua scadenza naturale del 2021. Se qualche ritocco c’è da fare, si può lavorare sulle finestre, senza compromettere però il diritto dei lavoratori ad andare anticipatamente in pensione: se così non fosse si rischia di creare nuovi esodati.

Un altro aspetto che potrebbe essere modificato riguarda il cumulo fra pensione e lavoro. Come prevede la legge in vigore, chi usufruisce di Quota 100 può arrotondare la pensione con una seconda attività, a patto che non frutti più di 5mila euro lordi l'anno. Ebbene, ora si pensa di azzerare questa soglia. Dunque, chi decide di ritirarsi con Quota 100 non potrebbe più contare su questa seconda entrata. In ogni caso, il divieto di cumulo non scatterebbe l'anno prossimo, ma nel 2021.

Quota 100 rosa. Quota 100 non ha soddisfatto per nulla i bisogni delle donne lavoratrici, tant’è che le adesioni ammontano a meno di un terzo delle domande totali presentate (sono state infatti solo 45.680 su 175.995 complessive), come si ricava dai dati attualizzati al 6 settembre e resi noti dall’Inps.

 La proposta con maggiori possibilità, condivisa dalle organizzazioni sindacali, sarebbe quella di modificare per le sole donne i requisiti di accesso, lasciando invariata l’età anagrafica (62 anni) ma, riducendo l’ammontare degli anni di contribuzioni necessari da 38 a 36, in funzione dell’evidente difficoltà delle lavoratrici di raggiungere la soglia di versamenti richiesta. Questo in virtù del riconoscimento e della valorizzazione delle condizioni delle donne costrette a doversi sobbarcare gli oneri derivanti dal lavoro domestico o lavoro di cura, addizionato a quello esterno che genera spesso carriere discontinue.

Ape sociale. Il provvedimento dovrebbe contenere anche la proroga per un anno dell’Ape sociale, che scade il 31 dicembre 2019. Una sorta di pre-pensione assistenziale che si può ottenere a partire dai 63 anni per coloro che si trovano in condizioni di disagio o svolgono attività considerate gravose (15 categorie).

Possono chiederla i disoccupati da oltre 3 mesi, coloro che assistono familiari disabili, persone con invalidità pari almeno al 74% e chi svolge lavori gravosi: operai edili, autisti di gru e macchine per l’edilizia, conciatori, macchinisti e personale viaggiante, autisti di mezzi pesanti, infermiere e ostetriche ospedaliere turniste, badanti, maestre d’asilo, facchini, personale addetto ai servizi di pulizia, operatori ecologici.

In proposito, va ricordato che nel 2018 sono stati aggiunte altre figure professionali: operai siderurgici e del vetro, operai agricoli, marittimi e pescatori. Per accedere all’anticipo gratuito occorre avere un minimo di 30 anni di contributi, che salgono a 36 per chi è impiegato in lavori gravosi.

 

www.governo.it

www.inps.it

 

Leonardo Comegna

 

 

La riforma continua

 

 

Quota 100

La pensione “quota 100” (38 anni di contributi più 62 di età) sarà confermata sino al 2021. Un possibile intervento (un allungamento per ora non definito) riguarderebbe il sistema delle finestre, oggi pari a 3 mesi dal raggiungimento del requisito per i dipendenti privati, e 6 mesi per i pubblici. Inoltre, dal 2021 scatterebbe il divieto di cumulare (fino 5 mila euro) redditi occasionali.

 

Quota 100 rosa

La proposta, condivisa dalle organizzazioni sindacali, sarebbe quella di modificare per le sole donne i requisiti di accesso, lasciando invariata l’età anagrafica (62 anni), ma riducendo da 38 a 36 gli anni di contribuzioni necessari,. Questo per il riconoscimento e la valorizzazione delle condizioni delle donne, costrette a sobbarcarsi gli oneri derivanti dal lavoro domestico o lavoro di cura.

 

Opzione donna

Proroga per un anno dell’opzione donna. L’uscita anticipata sarà consentita alle donne dipendenti con almeno 59 anni e quelle autonome con almeno 60, purché abbiano almeno 35 anni di contributi e optino per il meno vantaggioso calcolo “contributivo”. Continua a essere applicata una finestra mobile di 12 mesi per le dipendenti e di 18 mesi per le autonome.

 

Ape sociale

Prorogata di un anno l’Ape sociale, che scade il 31 dicembre 2019, la pre-pensione assistenziale che si può ottenere a partire dai 63 anni da parte di coloro che si trovano in condizioni di disagio o svolgono attività considerate gravose (15 categorie). Per accedere all’anticipo gratuito occorre avere un minimo di 30 anni di contributi, che salgono a 36 per chi è impiegato in lavori gravosi.