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PENSIONI, L’INPS RICHIEDE LE SOMME PAGATE IN PIÙ

Cattive notizie per i pensionati: come al solito, del resto. Poiché l'Inps ha pagato pensioni più alte del dovuto tra gennaio e settembre, ora lo stesso ente sta inviando una lettera con allegato il bollettino di pagamento da saldare entro il 18 ottobre. Parliamo di perequazione (o indicizzazione), lo strumento che serve per adeguare a cadenza annuale le pensioni al tasso d’inflazione.

La lettera. Com’era prevedibile, la notizia sta destando preoccupazione tra gli interessati. Nella lettera l'Inps chiede (in maniera garbata, per la verità) al pensionato di turno di restituire quanto percepito in più nei primi nove mesi del 2019. Allegato alla comunicazione, anche il bollettino postale con cui i malcapitati dovranno provvedere al versamento. La data di scadenza è fissata per il 18 ottobre, e l'Inps sottolinea come in caso di mancato pagamento si riserverà il diritto di recupero tramite il Concessionario alla Riscossione (la cartella esattoriale). Le somme richieste sono differenti da pensionato a pensionato, variabili in proporzione all’importo del vitalizio.

Il motivo della restituzione. Il ritardo con cui è stata approvata la Legge di Bilancio 2019, a ridosso di Capodanno, non ha permesso di aggiornare per tempo gli importi con la rata di gennaio. A gennaio, infatti, l’Inps ha pagato le pensioni rivalutandole in base al vecchio meccanismo. Secondo alcune stime, a essere coinvolti da questa situazione sono circa 5,5 milioni di pensionati. Si tratta di soggetti con assegni pari o superiori a 3 volte il minimo, cioè a partire da ratei di 1.522 euro al mese lordi. A marzo scorso l'istituto di previdenza, con un’apposita circolare (n.44/2019), confermò l'entrata in funzione del nuovo meccanismo da aprile, prevedendo la restituzione delle somme incassate in più dai pensionati, a partire dal mese di aprile. Segnalazioni di contribuenti che hanno avuto trattenute già da aprile sono molteplici, ma ve ne sono altre che dimostrano come i pensionati abbiano continuato a percepire la stessa pensione di gennaio, fino a settembre. Ed è su questi che adesso l'Inps interviene con le sue comunicazioni "minatorie".

Pensioni non interessate. Va detto, infine, che non sono interessate dalla rimodulazione della perequazione i seguenti trattamenti:

1) le pensioni attribuite alle vittime del terrorismo e delle stragi di tale matrice;

2) le prestazioni assistenziali e a carattere risarcitorio (pensioni sociali e assegni sociali, prestazioni a favore dei mutilati, invalidi civili, ciechi civili e sordomuti);

3) le indennità e gli assegni accessori annessi alle pensioni privilegiate di prima categoria concesse agli ex dipendenti civili e militari delle amministrazioni pubbliche.

 

www.inps.it

Leonardo Comegna