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PENSIONI, DA GIUGNO IL RECUPERO DELLE SOMME PAGATE IN PIÙ

Scatteranno con la rata di giugno sia la rideterminazione delle famose “pensioni d’oro”, sia il recupero delle somme riferite alla perequazione automatica 2019.  Lo ha spiegato l’Inps con il messaggio n. 1926 del 20 maggio. La questione prende le mosse dall’invio dei mandati di pagamento per l’anno nuovo, effettuato dall’ente sulla base della normativa vigente a novembre, che non teneva conto delle modifiche apportate in materia dalla Legge di Bilancio, approvata solo alla vigilia di Capodanno.

 

Pensioni d’oro. Con una apposita circolare (n. 62/2019) l’Inps ha individuato anzitutto i trattamenti interessati. Si tratta praticamente di tutte le pensioni i cui importi complessivamente considerati siano superiori a 100mila euro lordi su base annua. La riduzione è stabilita in misura pari al:

1) 15% per la parte eccedente l’importo di 100mila euro e fino a 130mila euro;

2) 25% per la parte eccedente 130mila e fino a 200mila euro;

3) 30% per la parte eccedente 200mila e fino a 350mila euro;

4) 35% per la parte eccedente 350mila e fino a 500mila euro;

5) 40% per la parte eccedente 500mila euro.

Sono escluse le pensioni di invalidità, i trattamenti ai superstiti (le pensioni di reversibilità) e i trattamenti riconosciuti a favore delle vittime del dovere o di azioni terroristiche

Il taglio non riguarda inoltre le pensioni liquidate, nel rispetto della loro autonomia, dalle Casse dei professionisti.

Il recupero del debito avverrà in tre rate, sulle mensilità di giugno, luglio e agosto.

 

La nuova perequazione. Come accennato, l’Inps non aveva fatto in tempo ad applicare sugli assegni in pagamento a gennaio il nuovo schema introdotto dalla Legge di Bilancio, meccanismo meno favorevole di quello previsto dalla normativa in vigore a novembre.

E così sono state pagate con il vecchio sistema le prime tre rate dell’anno, i cui importi, in alcuni casi, risultavano un po’ più generosi di quanto dovuto. Ora l’istituto previdenziale ha effettuato i ricalcoli, e questa differenza accumulata nei tre mesi dev’ essere recuperata. La rata di aprile è stata la prima calcolata con i valori aggiornati. Mentre nel mese di giugno viene decurtata la differenza relativa al periodo gennaio-marzo (vedi la tabella allegata).

 

 

www.inps.it

Leonardo Comegna