CLOSE

This website uses cookies. By closing this banner or browsing the website, you agree to our use of cookies. CLOSE

IL BONUS BABY SITTER SPETTA ANCHE AI NONNI

Il bonus baby-sitter introdotto dal Decreto rilancio (n.34/2020), dal valore massimo di 1.200 euro, può essere erogato anche ai familiari, purché non residenti. I voucher, come precisato da una circolare Inps, potranno dunque essere utilizzati per pagare i nonni o più in generale i parenti, purché non residenti.

Il bonus. Si tratta di un contributo rivolto a tutte le famiglie (anche affidatarie) con figli minori di 12 anni, ovvero indipendentemente dall’età del minore se riguarda un soggetto inabile. Il beneficio spetta a condizione che nel nucleo familiare non vi sia altro genitore beneficiario di strumenti di sostegno al reddito, dovuto a sospensione o cessazione dell’attività lavorativa (Naspi, Cassa integrazione guadagni, indennità di mobilità, ecc.) o altro genitore disoccupato o non lavoratore, con i quali sussistono quindi incompatibilità e divieto di cumulo. Il bonus baby-sitter è incompatibile anche con il bonus asilo nido e con il congedo parentale.

Il ruolo dei nonni. La disposizione apre di fatto la possibilità di chiedere il bonus alla gran parte delle famiglie con figli, visto che l’affidamento ai nonni è la soluzione più diffusa anche in tempi normali. Secondo l’Istat, infatti, quando entrambi i genitori lavorano, nel 60,4% dei casi i bambini sotto i due anni vengono lasciati ai nonni. Il parcheggio presso di loro sale al 61,3% quando il piccolo ha tra i 3 e i 5 anni.

Nella fase acuta del Covid 19 molti nonni avevano dato forfait scegliendo un rigoroso lockdown per evitare il rischio di contagio. Ma da giugno anche gli equilibri familiari stanno tornando alla normalità. E così il “bonus baby sitter” potrebbe essere a breve, con più realismo, chiamato “bonus nonni”. Il volontariato dei nonni sarà quindi retribuito. Ma soltanto durante l’emergenza coronavirus. 

Le origini del bonus. Quando fu introdotto, l’assegno era limitato a 600 euro: il decreto Cura Italia prevedeva 118mila richieste e una copertura pari a 112 milioni di euro. Poi con il decreto Rilancio i fondi sono stati raddoppiati. L’obiettivo del bonus era di aiutare i genitori entrambi lavoratori che, con pandemia, non potevano contare né sulla scuola, né sui nonni, questi ultimi fuori gioco per il lockdown. In sostanza, visto che il bonus può essere richiesto, anche in maniera retroattiva, per il periodo che va dal 5 marzo al 31 luglio, nulla impedirà a chi per consuetudine affidava i figli ai nonni nei mesi estivi di fare domanda per il bonus.

La misuraI 1.200 euro dell’assegno verranno erogati tramite il cosiddetto “libretto famiglia”, che consente di pagare prestazioni di cura occasionali a 10 euro l’ora, di cui 8 al lavoratore e 2 in contributi. Coprono in tutto 120 ore di lavoro: tre settimane a tempo pieno. Ovviamente, ora non esistono dati rispetto al tipo di utilizzo del bonus. Ma è molto probabile che alla fine le richieste a favore di nonni saranno superiori a quelle per coprire la retribuzione della baby-sitter. Ne potranno usufruire anche i genitori in “smartworking”. Non si può contemporaneamente lavorare (anche se a distanza) e curare i figli.

La richiesta. La domanda va inoltrata on line, sul sito dell’Inps, tramite l’applicazione Webdisponibile sul portale dell’ente. Questo il percorso: “Prestazioni e servizi”> Tutti i servizi” > “Domande per Prestazioni a sostegno del reddito” > “Bonus servizi di baby sitting”, al seguente link https://www.inps.it/nuovoportaleinps/default.aspx?itemDir=53550.  È inoltre possibile oppure tramite il Contact center integrato (numero verde 803164, gratuito da rete fissa, o 06/164164, da rete mobile con tariffazione a carico dell’utenza chiamante), o ancora tramite i patronati.


www.inps.it