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GIORNALISTI, NUOVE REGOLE PER LA “VOLONTARIA”

Cambiano le regole per la "prosecuzione volontaria" di giornalisti, pubblicisti e praticanti. Dal 1 luglio, infatti, si applica la normativa Inps. E' quanto si legge nella circolare n. 80/202 dell’istituto previdenziale. Le nuove norme, oltre a prevedere requisiti diversi per l'accesso alla “volontaria”, introducono nuovi criteri di calcolo dei relativi versamenti.

 

Vecchie regole. Secondo le vecchie regole, in caso di cessazione del rapporto di lavoro il giornalista iscritto all'Inpgi aveva facoltà di proseguire volontariamente i versamenti.

Questa norma era valida finché il giornalista conservava l'iscrizione all'albo, a condizione che avesse almeno 52 contributi settimanali obbligatori nel quinquennio che precede la domanda o di almeno 260 in qualunque momento, versandoli ridotti del 15% anche per la quota a carico del datore di lavoro.

 

Nuove regole Inps. In base alle nuove regole, valide per le domande presentate a partire dal 1 luglio, il giornalista che cessa o interrompe l'attività lavorativa può essere autorizzato, a domanda, a versare i contributi volontari. A condizione che non stia prestando altra attività lavorativa con obbligo di iscrizione a una gestione previdenziale e non sia titolare di pensione diretta. La domanda non decade, anche se la data della richiesta fissa la decorrenza dell'autorizzazione.

La richiesta di pensione respinta perche non c'è il requisito contributivo viene considerata come domanda di "prosecuzione volontaria". In questo caso, il via libera è rilasciato d'ufficio, dopo la verifica delle condizioni soggettive e oggettive. L'autorizzazione può essere rilasciata sulla base di uno dei seguenti requisiti: almeno tre anni di contributi effettivamente versati, anche in maniera non continuativa, durante il quinquennio precedente, oppure almeno cinque anni corrisposti in qualsiasi periodo.