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CON QUOTA 100 SINO A UN QUARTO DI PENSIONE IN MENO

Si potrà staccare prima, in alcuni casi anche cinque anni e mezzo in anticipo. La pensione, però, subirà un drastico taglio, che potrà arrivare a un quarto dell’assegno. Le simulazioni realizzate in esclusiva per L’Economia (settimanale di finanza e risparmio del Corriere della Sera) da Progetica, società di consulenza in pianificazione finanziaria e previdenziale mostrano i possibili effetti dell’introduzione della Quota 100, cioè la somma dell’età anagrafica (62 anni) e dell’anzianità contributiva (38) come requisito per accedere al pensionamento. La misura è prevista nel Contratto di Governo ed è stata richiamata nella Nota di aggiornamento al Def (Documento di economia e finanza), varato nei giorni scorsi dal Governo.

La scommessa dell’Esecutivo è che il ricambio generazionale che si dovrebbe determinare compensi almeno in parte i costi immediati, che sono molto pesanti: secondo il presidente dell’Inps Tito Boeri, l’introduzione di Quota 100 costerà 140 miliardi euro nei prossimi dieci anni, comprendendo anche il rifinanziamento di altre due misure che consentono di anticipare il pensionamento, cioè Ape sociale e opzione donna.

 “Le simulazioni si basano sulle poche indicazioni finora emerse dal Governo”, spiega Andrea Carbone, partner di Progetica, “si tratta quindi d’ipotesi, da confermare quando la manovra verrà effettivamente varata. Hanno un carattere prudenziale, perché prevedono che vengano mantenuti gli attuali meccanismi di adeguamento dei requisiti pensionistici all'incremento della speranza di vita”. Questo vale sia per la pensione di vecchiaia (che dal prossimo anno salirà a 67 anni), sia per l'anticipata, che dal 2019 richiederà un’anzianità contributiva di 43 anni e 3 mesi per gli uomini e 42 anni e 3 mesi per le donne. “Il nuovo requisito di Quota 100 è stato ipotizzato con un'età minima di 62 anni con 38 anni di contribuzione per il 2019”,  sostiene Carbone, “dal 2021, in parallelo con gli altri adeguamenti dei requisiti pensionistici, il 62 crescerà mano a mano, mentre il 38 resterà immutato”.

Casi a confronto. In base alle simulazioni di Progetica, gli effetti sull’età di pensionamento e sul rapporto fra pensione e ultimo stipendio saranno molto diversi a seconda dell’età e dell’inizio della contribuzione (vedi tabella). Chi ha cominciato a lavorare fra i 22 e i 26 anni otterrà i maggiori benefici dall’introduzione di Quota 100: potrà anticipare il pensionamento sino a 5 anni e sei mesi, ma il suo vitalizio subirà un taglio del 25%. Non cambierà nulla per chi ha iniziato presto a lavorare, per esempio a 18 anni: per questi profili continuerà a essere raggiunto per primo il requisito della pensione anticipata. Un impatto tra lo scarso e il modesto, compreso tra pochi mesi e due anni, si ha invece per coloro che hanno iniziato a lavorare tardi, intorno ai 30 anni.

Smettere prima di lavorare comporterà però un taglio della pensione che potrà arrivare  un quarto, a causa dei minori contributi versati e dei meccanismi di calcolo basati sulla speranza di vita. Un trentenne che ha cominciato a ventisei, per esempio, con Quota 100 potrebbe smettere 5 anni e sei mesi prima rispetto ai 67 anni che dal 2019 saranno richiesti per la pensione di vecchiaia: la sua pensione, però, si ridurrà di un quarto. Bisogna fra l’altro tener presente che le simulazioni di Progetica ipotizzano una vita lavorativa senza buchi contributivi dall’inizio sino all’età della pensione: una situazione sempre più rara nell’attuale mondo del lavoro.

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