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ARRIVA IN SENATO L’ASSEGNO UNICO PER I FIGLI A CARICO

Settembre potrebbe essere un mese decisivo per chi ha figli a carico. Dopo aver incassato in luglio il via libera della Camera, ora l’assegno unico universale per i figli arriva in Senato, presso la Commissione Lavoro. La strada è però ancora lunga. Essendo un disegno di legge delega, per stare in piedi con le sue gambe dovrà prima trovare sostegno nei decreti attuativi.

L’obiettivo della misura è prima di tutto mettere ordine tra tutti i sostegni per la famiglia: tra assegni, bonus e detrazioni, infatti, nel corso degli anni le risorse sono state disperse in tanti rivoli. Ora si concentreranno in un’unica soluzione, ma dovranno essere rinforzate. Come accade già in Europa, con misure come il Kindergeld in Germania o il child benefit in Gran Bretagna.

Il vero nodo, però, è rappresentato dai fondi: un assegno mensile alle famiglie per ogni under 21 a carico (a partire dal settimo mese di gravidanza, ancora quindi nella pancia della mamma), è una manovra dall’importo ragguardevole. Vediamo più da vicino come funzionerà.

Chi ne avrà diritto. A beneficiare dell’assegno unico universale saranno tutti i cittadini con figli a carico: dal settimo mese di gravidanza fino ai 21 anni di età.  Ne avranno diritto anche i cittadini comunitari ed extra-comunitari con permesso di soggiorno di lungo periodo (di lavoro o di ricerca), residenti in Italia da almeno due anni, anche non continuativi.

Non solo per i lavoratori dipendenti. Il sostegno non sarà solo per i lavoratori dipendenti: rientreranno nella misura anche autonomi, liberi professionisti e disoccupati. La famiglia potrà scegliere di ricevere l’assegno oppure ottenere un credito d’imposta.

Come si calcolerà l’assegno.  L’assegno per ogni figlio a carico verrà calibrato in base a tre fasce di reddito certificate dall’Isee, il famoso misuratore della ricchezza. Dal terzo figlio in poi sarà maggiorato. L’importo è ancora da fissare e dipenderà dalle risorse stanziate. Al momento, si parla di un assegno fino a 200 euro mensili per ogni figlio. In caso di figli disabili, l’importo potrebbe essere anche più che raddoppiato. Dal diciottesimo anno d’età e fino al ventunesimo, invece, l’assegno sarà più esile e potrà essere ricevuto direttamente dal figlio ormai maggiorenne.

Una questione di soldiCome detto, lo scoglio più impervio è dato dal reperimento delle risorse. Pare servano almeno 7 miliardi in più rispetto ai 15 destinati oggi a bonus e aiuti. In poche parole, si parla di almeno 22 miliardi di euro. Ovviamente, le prime risorse che convoglieranno nell’assegno unico proverranno dalle misure esistenti che andranno ad estinguersi (i vari bonus bebè, il premio alla nascita, etc.) e che valgono da soli circa 15 miliardi. Altre risorse potrebbero arrivare dall’Europa con il Recovery Fund. Non resta altro che aspettare.

 

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