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LA FATICOSA ATTUAZIONE DELL’INFINITO DECRETO RILANCIO

Le parole d’ordine continuano a essere sempre le stesse: semplicità, rapidità, efficienza. Per aiutare il Paese a rialzare la testa il prima possibile e farlo a partire da norme che aiutino i cittadini e non restino intrappolate tra le fitte maglie della burocrazia. Peccato però che all’atto pratico i buoni intenti restino tali e far loro seguito siano, piuttosto, soluzioni cervellotiche e inadatte a questi tempi durissimi.  Diamo voce ai numeri.

Un decreto infinito. Come detto nella News del 21 maggio scorso, www.iomiassicuro.it/news/dal-reddito-di-emergenza-alla-cassa-integrazione-le-novita-del-dl-rilancio), di tutto e di più, lo slogan di un vecchio spot della televisione si attaglia perfettamente al Decreto legge “rilancio” (n. 34/2020). Le dimensioni del Decreto legge sono imponenti, con la bellezza di 266 articoli che si sviluppano in 216 pagine di Gazzetta ufficiale, ma sono anche molto numerosi i decreti attuativi a cui rimanda, ben 98 secondo il Sole 24 Ore. Vanno peraltro tenuti presente la mole di risorse finanziarie messe in campo (circa 55 miliardi di euro), che non ha precedenti nella storia del nostro paese, e la gravità dell'emergenza che punta a fronteggiare. Questo decreto, in pratica, corrisponde a due manovre finanziarie

Il nodo dell’attuazione. L’esperienza ha insegnato che l’attuazione delle riforme è più faticosa più della loro stessa genesi. Alcune delle misure attuative avranno, almeno sulla carta, tempi molto ristretti, dovendo essere pronte entro un mese (entro il 19 giugno). Considerando che diversi decreti richiedono il concerto di più ministeri, per gli uffici legislativi si preannuncia l’ennesima corsa contro il tempo, dai tempi tutt’altro che scontati.

Qualche esempio. Per consentire ai datori di lavoro di presentare la domanda di regolarizzazione dei lavoratori in nero, per esempio, servirà entro fine maggio un decreto del Ministero dell’Interno di concerto con quelli dell’Economia, del Lavoro e dell’Agricoltura.

Il sostegno alle start up innovative avrà invece bisogno di quattro decreti attuativi da parte del Ministero dello Sviluppo economico, attesi entro 60 giorni (entro il 19 luglio). Il piano di rafforzamento patrimoniale per le medie imprese, con fatturato tra i 5 e i 50 milioni di euro, potrà invece partire soltanto quando saranno adottati due decreti ministeriali da parte del dicastero del Tesoro.

Un’altra task force. Le task force istituite per gestire l’epidemia e immaginare il Paese del futuro coinvolgono in totale 450 esperti (o forse più). La scelta di chiedere aiuto (ancora una volta) a un team di specialisti non si esaurirà a breve, ancorché con spese non gravanti sullo Stato. È proprio il caso di dire che la curva dei contagiati diminuisce, mentre quella delle “task force” aumenta.

 

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