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PENSIONI: COSA CAMBIERÀ PER LE DONNE NEL 2019

Domani è l’otto marzo, festa della donna. Per la verità, in materia di pensioni la festa alle donne l’aveva già fatta la ministra Elsa Fornero, un’altra donna, con la famosa riforma del 2012.  Insomma, penalizzate sul lavoro, ostacolate dai pregiudizi e discriminate anche nella previdenza sociale.

Nonostante i positivi passi in avanti degli ultimi anni, in Italia le donne si trovano ancora a dover colmare un significativo gap pensionistico rispetto agli uomini.  Come riportato nell’indagine conoscitiva sulla disparità nei trattamenti di quiescenza elaborata nel 2017 dalla Commissione lavoro della Camera, la percentuale di uomini coperti dal sistema previdenziale è pressoché completa, pari al 99,3%. Di contro, solo l’83,9% delle donne gode di tale copertura. Una differenza pari a 15,4 punti percentuali, più del doppio rispetto alla media europea che si attesta intorno al 7%. Non solo. Quando dopo tante tribolazioni (tra lavoro e casa) una donna si vede accreditata la pensione, ha un’altra sorpresa. Mentre un uomo intasca mediamente 1.654 euro, una donna ne riceve 1.064, cioè 600 euro in meno, un’enormità. Esiste dunque una differenza di genere sostanziale, anche per quanto riguarda l’entità dell’assegno Inps.

Un amaro 2019. Da quest'anno anche le donne vanno in pensione più tardi, a 67 anni, cinque mesi in più rispetto al 2018 (66 anni e 7 mesi). Tutto questo è frutto della riforma Monti-Fornero del 2011, secondo il piano degli incrementi d'età verso appunto il traguardo dei 67 anni fissato per l'anno 2021. Il traguardo è stato raggiunto in anticipo già dal primo gennaio 2019, quando, per effetto della “speranza di vita”,  deciso con un decreto del 5 dicembre scorso, tutti i requisiti sono saliti di 5 mesi (biennio 2019/2020). Salvo alcune eccezioni previste dalla legge Bilancio (precoci, lavori usuranti, ecc.).

Primi in Europa.  L'età per l'accesso alla pensione di vecchiaia è così la più alta in Europa e il divario si accrescerà nei prossimi anni, con l'adeguamento dell'età di vecchiaia all'aspettativa di vita. In Germania il passaggio a 67 anni è previsto nel 2030, in Francia dopo il 2022 e in Gran Bretagna nel 2028. Nella gran parte dei paesi europei l'età per la pensione di vecchiaia è fissata intorno ai 65 anni, con aumenti verso i 67 dopo il 2020 (in Danimarca nel 2022, in Spagna nel 2027, in Austria 65 anni per le donne nel 2033). 

Anzianità congelata. Dal 2019 al 2021, grazie al recente “decretone” che ha introdotto la pensione a “quota 100”(attualmente all’esame del Parlamento per la conversione), la pensione anticipata alle donne continuerà a essere riconosciuta in presenza di 41 anni e 10 mesi di versamenti, circostanza pressoché impossibile per una donna. La rendita, però, non potrà essere incassata subito: si dovrà aspettare la cosiddetta “finestra”.  In altre parole, chi matura il requisito a marzo 2019 intascherà l’assegno Inps solo dal primo giugno se lavoratrice dipendente privata o autonoma (artigiane, commercianti e coltivatrici dirette), ovvero dal primo ottobre se dipendente pubblica. 

La scorciatoia.  Ma c’è anche una buona notizia che riguarda solo le donne: la proroga (prevista anche dal decretone su Quota 100 e reddito di cittadinanza) della famosa opzione donna, la possibilità di ottenere la pensione prima, ma con il meno vantaggioso metodo di calcolo contributivo.

Sono interessate le lavoratrici dipendenti che hanno compiuto 58 anni di età (59 anni le autonome) entro il 31 dicembre 2018, purché abbiano maturato almeno 35 anni di contributi (sempre entro il 31 dicembre 2018). Continua a essere applicata la finestra mobile di 12 mesi per le dipendenti e 18 per le autonome. Se i 35 anni di contributi sono stati perfezionati nel giugno 2018, la prima finestra si aprirà quindi il  primo luglio 2019, se si tratta di lavoratrice dipendente, il primo gennaio 2020, se invece è un’autonoma.

Come accennato, la scelta ha un costo considerevole: il calcolo “contributivo” determina un’importante riduzione dell'assegno, che resterà poi per tutta la vita. L'entità della riduzione dipende da diversi fattori, fra cui l'età alla decorrenza della pensione (la riduzione è maggiore in corrispondenza di età di pensionamento più basse), la dinamica della carriera lavorativa e la tipologia di lavoro.

 

Donne, l’aumento dell’età per la pensione di vecchiaia

Anno decorrenza

Requisito

Dipendenti

Autonome

2012

62 anni

63 anni e 6 mesi

2013

62 anni e 3 mesi

62 anni e 3 mesi

 2014-2015

63 anni e 9 mesi

64 anni e 9 mesi

 2016-2017

65 anni e 7 mesi

66 anni e 1 mese

2018

66 anni e 7 mesi

66 anni e 7 mesi

2019-2020

67 anni

67 anni

 

… i requisiti per la pensione anticipata

Anno decorrenza

Requisito

2012

41 anni e 1 mese

2013

41 anni e 5 mesi

 2014-2015

41 anni e 6 mesi

 2016-2020

41 anni e 10 mesi

 

www.inps.it

Leonardo Comegna