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L’INPS VUOL FAR CONCORRENZA AI FONDI PENSIONE COMPLEMENTARI

Una forma di previdenza complementare pubblica gestita dall’Inps, per provare a colmare il gap di adesioni, che in Italia non arrivano al 30% dei lavoratori. Oltre a garantire una prudente gestione dei fondi, l’obiettivo dovrebbe essere quello di sostenere “una maggiore canalizzazione degli investimenti in Italia”.

 È questo, in poche parole, il messaggio lanciato dal presidente dell'Inps, Pasquale Tridico, in occasione della presentazione della relazione annuale dell'Istituto. "È curioso che il maggior ente di previdenza europeo non abbia un proprio fondo integrativo pubblico, sottolinea Tridico, “nel 2018 i fondi pensione gestivano risorse per 167,1 miliardi di euro, pari al 9,5% del Pil, molti dei quali investiti all’estero. La sfida del fondo Inps, dovrà dunque essere quella di aumentare il numero delle adesioni attraverso la costituzione di una valida alternativa ai fondi privati, ma anche di aumentare gli investimenti diretti nel nostro Paese. Dall’altra parte”, rassicura il numero uno dell’ente, “i numeri dicono che "il sistema pensionistico è solido".

Pensione quota 100. Buone notizie sul fronte della spesa pensionistica. Alla fine del mese di giugno, sono giunte all’Inps complessivamente 154.095 domande di “pensione Quota 100”. Sulla base del trend dei primi sei mesi di applicazione, alla fine dell’anno il numero atteso delle pensioni in pagamento sarà pari a circa 205mila, per una spesa complessiva annua pari a 3,6 miliardi". Mentre il governo stimava 290mila beneficiari nel 2019.

Nei primi sei mesi di vigenza della misura, che consente l’anticipo rispetto al pensionamento ordinario, se si hanno almeno 62 anni di età e un minimo di 38 anni di contributi, le domande si sono concentrate nei mesi di gennaio e febbraio (67,2%) per poi scemare progressivamente. La gran parte delle domande sono state presentate nelle regioni del Nord (40,2%) e del Mezzogiorno (38%), prevalentemente da uomini (73,9%) e da assicurati delle gestioni private (67,3%). Il 32,7% delle domande sono state presentate da iscritti alle Gestioni pubbliche, di cui il 45,9% si collocano nel Mezzogiorno, il 32,9% nel Nord e il 21,1% nelle regioni del Centro Italia.

La distribuzione per età evidenzia una concentrazione tra i 63 e i 64 anni, senza differenze significative tra uomini e donne. Mediamente l’importo della pensione mensile per le domande accolte è pari a circa 1.900 euro, con scostamenti che dipendono dal genere e dall’area geografica. Il genere femminile percepisce una pensione inferiore a quella media del 22,1% nel settore privato e di solo il 5,9% nel settore pubblico.

 Sistema in buona salute. "Certamente il bilancio dell'Istituto è unico, e anche l'Istituto deve mantenere la sua unità”, sottolinea il presidente dell’Inps, “ma una riflessione anche solo di trasparenza contabile è necessaria in modo da rendere edotti cittadini, opinion leader oltre che i legislatori, della reale spesa pensionistica e di quella assistenziale finanziata non con i contributi dei lavoratori, ma con la fiscalità generale e con i trasferimenti dello Stato. Questo al fine di evitare allarmismi circa la sostenibilità del nostro sistema pensionistico, che è solido, e rendere maggiormente comprensibili i confronti internazionali in tema di pensioni".

Lavoro e pensioni.  "Le sfide che il Paese ha davanti in tema di lavoro e pensioni”, prosegue Tridico, “si chiamano basso tasso di occupazione, economia informale ed evasione contributiva, fenomeni criminali come il caporalato, declino demografico, crisi migratoria, competizione globale, concorrenza internazionale, dumping sociale, deflazione salariale. E ancora, disuguaglianze e maggiore polarizzazione tra ricchi e poveri, trasformazione produttiva, innovazione tecnologica, riduzione dei tempi di lavoro, intensificazione del lavoro, cambiamento climatico, frammentazione e internazionalizzazione delle carriere. Molte di queste sfide, inclusa la modernizzazione e l'integrazione delle forme di welfare, dovranno essere affrontate a livello europeo".

I numeri delle pensioni. Un pensionato su tre riceve una pensione inferiore ai mille euro. Su una platea di 15.426.847 di pensionati, sono infatti oltre 5,3 milioni i pensionati che percepiscono un assegno mensile lordo inferiore ai mille euro. Di questi, oltre 1,6 milioni ricevono una pensione inferiore ai 500 euro al mese.  Dalla relazione annuale è emerso che la spesa per rate di pensione dell'anno 2018 è stata di 265, 573 miliardi di euro, con un aumento dell'1,9% (+5,043 miliardi) rispetto ai 260,529 del 2017. Risulta inoltre positivo il contenimento della dinamica della spesa pensionistica in rapporto al Pil che nel triennio 2016-2018 è risultata sostanzialmente costante passando dal 15,28 al 15,12% (-0,16%). Analogo e positivo andamento è mostrato dal dato corrispondente alla sola spesa pensionistica di competenza previdenziale, che passa dal 12,13% del Pil nel 2016 al 12,01% del 2018.

 

www.inps.it

Leonardo Comegna