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CHI RINUNCIA A "QUOTA 103" NON PAGA CONTRIBUTI

Semaforo verde all'incentivo per il posticipo del prepensionamento – cioè alla rinuncia a Quota 103 decisa da chi ne ha i requisiti. La scelta può infatti permettere al lavoratore di intascare un aumento dello stipendio, dato dall'eliminazione della trattenuta contributiva operata dal datore di lavoro in busta paga. L'incentivo, previsto dalla legge di bilancio 2023, è disciplinato da un decreto ministeriale del 21 marzo. Dove viene detto che l'incentivo, pari in genere al 9,19% della retribuzione, deve essere ridotto del "cuneo", abbattendo le trattenute dei lavoratori del 3%-2% fino a giugno e del 7%-6% da luglio.

 

Oltre al prepensionamento. La manovra economica 2023 (legge 197/2022) ha previsto un incentivo per chi, potendone fruire, rinunci a Quota 103 per restare al lavoro. In altre parole, chi si avvale del nuovo incentivo, riceve in busta paga l'importo relativo alla quota di contributi che gli sono trattenuti dal datore.

Insomma, il dipendente che continua a lavorare invece di mettersi a riposo con Quota 103 non paga più i contributi in busta paga. E il relativo importo, tolte le tasse, finisce nel netto. L'incentivo, stabilisce il decreto, perdura fino a quando il lavoratore non decide di andare in pensione o, comunque fino a 67 anni d'età.

 

La questione del "cuneo". Il decreto stabilisce pure che, in caso di riconoscimento di fiscalizzazione dei contributi, l'incentivo sia erogato al netto di quelli a carico del lavoratore già oggetto di esonero. Caso evidente è il “cuneo” che, appunto, riduce i contributi a carico dei dipendenti con retribuzione lorda fino a 2.692 euro mensili, cioè 35.000 annui:

  • del 3% fino al 30 giugno e del 7% da luglio a dicembre se la retribuzione non supera 1.923 euro mensili (25.000 annui);
  • del 2% fino al 30 giugno e del 6% da luglio a dicembre se la retribuzione supera i 1.923 ma non i 2.692.

 

La pensione anticipata“Pensione anticipata flessibile” è stata chiamata l'ultima novità del prepensionamento già in vigore da alcuni anni (Quota 100 per il triennio 2019/2021 e Quota 102 per il 2022). La pensione Quota 103 consente di mettersi a riposo all'età di 62 anni, con un'anzianità minima pari a 41 anni di contributi.