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PERDE LE FERIE IL DIPENDENTE PUBBLICO CHE NON NE FRUISCE

Perde le ferie il dipendente pubblico che di proposito non ne usufruisce. I periodi annuali retribuiti di riposo per il lavoratore sono tutelati dalle norme fondamentali dall'Unione europea, oltre che dalla Costituzione. E il datore di lavoro deve assicurarsi che il prestatore sia effettivamente messo in condizione di godere dei giorni di relax e svago. Ma non si può costringerlo a imporne la fruizione ai lavoratori: è sufficiente che dimostri di aver impiegato tutta la diligenza necessaria affinché l'addetto possa esercitare concretamente il diritto. È quanto emerge dalla sentenza 1/2020, pubblicata dalla sezione unica del Tar (Tribunale amministrativo regionale) della Valle d'Aosta.

La sentenza del Tar. Viene bocciato il ricorso dell'ispettrice superiore della polizia penitenziaria, costretta agli straordinari perché nel carcere le sono affidate funzioni di comando per la storica carenza di dirigenti. A conti fatti emergono 173 giorni di congedo ordinario maturato e non fruito, più riposi e festività soppresse da godere tassativamente per legge entro l'anno, pena la perdita del diritto. E in effetti il datore di lavoro dev’essere trasparente nell'invitare il dipendente a utilizzare delle ferie annuali retribuite avvisandolo, in tempo utile e in modo accurato, che i giorni andranno perduti se non saranno sfruttati nel periodo di riferimento o di riporto autorizzato.

La direttiva dell’Ue (art. 7 - 2003/88/Ce), tuttavia, non può essere interpretata nel senso di ritenere che il datore sia obbligato a disporre la fruizione: deve ritenersi legittimo sul piano costituzionale contemperare le opposte esigenze dell'amministrazione e dei dipendenti. Contro l'ispettrice pesa l'accordo quadro nazionale sulle forze di polizia, secondo cui il congedo ordinario va programmato e fruito nell'anno solare di riferimento, salvo indifferibili esigenze di servizio. Nella fattispecie il superiore aveva invitato la lavoratrice a fruire dei periodi dei relativi agli anni 2018 e 2019, ma l'interessata pretendeva di utilizzare anche quelli maturati per 2015, 2016 e 2017.

 

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