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PENSIONI: VIA QUOTA 100, SPAZIO ALL'APE SOCIALE

Bisogna scavallare l'autunno che ci attende. Fare in modo che il settore del lavoro e quello delle imprese resistano ai mesi che verranno, e che saranno durissimi. Via Quota 100, che non verrà rinnovata dopo il 2021, e spazio all’Ape sociale allargata a una platea più ampia di pensionati. È questo il pensiero espresso da Pier Paolo Baretta, sottosegretario all'Economia.

Di cosa parliamo. L’Ape sociale è una misura che offre la possibilità di mettersi a riposo prima del tempo, in attesa di maturare l'età per la pensione di vecchiaia (67 anni). Gli interessati sono coloro con almeno 63 anni d'età che versano in situazione di disagio economico. Ci sono ovviamente diversi requisiti da soddisfare, per esempio essere disoccupato, caregiver (cioè prestare cure a familiari disabili) invalido o lavoratore che svolge un lavoro usurante. L’intenzione del Governo sembra essere proprio quella di eliminare qualche paletto per allargare la platea di chi può accedere all’anticipo pensionistico. Per i dettagli bisognerà però aspettare. 

Sussidio bloccato. I percettori di Ape sociale hanno diritto a un sussidio mensile il cui importo massimo è di 1.500 euro lordi (a carico dello Stato). Il procedimento di riconoscimento dell’assegno Inps prevede due domande in tempi differenti. Per prima cosa si chiede all’ente il riconoscimento del diritto, entro il 31 marzo di ogni anno. Se il diritto esiste si può fare la seconda domanda per l'erogazione della prestazione.

Buone notizie. A ben vedere le novità potrebbero non essere così sgradite ai pensionati, come forse qualcuno paventava. L’intenzione del Governo, annunciata da Baretta, è di utilizzare i risparmi accumulati rispetto alle spese preventivate per “Quota 100”, per una riforma del sistema pensionistico che non ci faccia tornare alla riforma Fornero, ma che punti semmai a una sorta di Nuova Ape sociale, più generalizzata.  Insomma, Quota 100 sarà semplicemente cancellata, e sostituita da un’altra riforma previdenziale. Una riforma che costerà meno, e che consentirà comunque ad una platea (ancora da definire) di pensionati di lasciare il lavoro prima dei fatidici 67 anni.

 

www.inps.it