CLOSE

This website uses cookies. By closing this banner or browsing the website, you agree to our use of cookies. CLOSE

LA LOTTA ALL’EVASIONE FISCALE NELLA LEGGE DI BILANCIO

La lotta all’evasione fiscale è uno dei punti cardine della Legge di Bilancio 2020 (in fase di approvazione), con il rischio che il recupero delle tasse non pagate, possa essere ritenuto assai più importante della tutela della privacy dei cittadini. Con una nuova ondata di controlli in arrivo sui conti correnti, le spese e i patrimoni degli italiani, l’Agenzia delle Entrate ha già messo a punto una serie di criteri per scoprire i “furbetti” che non pagano le tasse o chi attesta il falso nella dichiarazione dei redditi. I controlli del Fisco sui conti e gli averi degli italiani, infatti, sono già in corso e nel prossimo futuro non faranno altro che aumentare, in modo da scovare i disonesti.

Le spese sensibili. Quali spese fanno scattare in automatico una procedura di accertamento? I soggetti più esposti ai controlli a tappeto sono i professionisti, attraverso verifiche sui conti correnti, incrociate con banche dati specifiche e strumenti come il redditometro e il risparmiometro. Nella sostanza, l’Agenzia delle Entrate parte dall’analisi delle dichiarazioni degli anni passati e le confronta con i dati emersi dallo spesometro e con altri dettagli provenienti dalle fatture emesse dal professionista, con un occhio particolarmente attento sulle fatture elettroniche. Ma anche tutti gli altri cittadini possono essere oggetto di controlli fiscali. Insomma, ogni scostamento tra il dichiarato e la propria capacità di spesa può far scattare una procedura di accertamento del Fisco che, qualora confermasse anomalie, fa incorrere in multe e sanzioni.

Cosa controlla il fisco. Tutto ruota attorno alle reali possibilità economiche dei contribuenti e le loro spese, che possono risultare agli occhi dell’Agenzia delle Entrate eccessivamente alte, oppure eccessivamente basse, facondo così scattare un campanello d’allarme. Il decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze del 16 settembre 2015 (“Accertamento sintetico del reddito complessivo delle persone fisiche”) fa riferimento a tutte le spese avvenute per beni e servizi che fanno scattare controlli fiscali se il loro valore superi il reddito disponibile del contribuente. Ma vediamo quali sono le spese controllate:

1) affitto o leasing immobiliare;

2) manutenzione della casa;

3) utenze;

4) collaboratori domestici;

5) visite mediche e farmaci;

6) assicurazione auto:

7) auto di lusso;

8) smartphone;

9) palestre e centri benessere;

10) pay tv e altri abbonamenti;

11) viaggi e alberghi:

12) pasti al ristorante

Inoltre, l’acquisto di una casa fa sempre scattare il redditometro. E dalla Cassazione arriva l’ok al controllo dell’Agenzia delle entrate sugli acquisti di auto d’epoca e su premi eccessivi legati alle assicurazioni sulla vita. Il Fisco ha inoltre la facoltà di sapere quante volte si passa attraverso i caselli autostradali. Infine, una rata troppo elevata del mutuo per la prima casa può giustificare una procedura di accertamento fiscale.

Cosa fare. Come scongiurare allora una procedura di accertamento? È presto detto, si tatta di evitare che:

1) vi siano differenze sostanziali tra i ricavi dichiarati e le prestazioni lavorative compiute (nel caso dei professionisti);

2) che le uscite che arrivano sul conto corrente non superino in maniera eccessiva le entrate;

3) evitare di effettuare pochi prelievi, poiché in questo modo si presume che il soggetto possa avere dei guadagni in nero non dichiarati, a cui fare affidamento per le proprie spese invece di utilizzare i soldi presenti sul proprio conto corrente;

4) se professionisti, il valore e l’eventuale costo dell’affitto del proprio studio e la spesa per dipendenti e collaboratori non devono risultare eccessivo rispetto ai guadagni dichiarati;

5) se professionisti, controllare che i servizi pubblicizzati su Internet siano fedeli a quanto si dichiara.

 

www.agenziaentrate.gov.it

Leonardo Comegna