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GRECIA, NUOVO ELDORADO PER I PENSIONATI

Dopo il Portogallo, ora tocca alla Grecia, nuovo Eldorado per i pensionati. Il governo ellenico ha inserito nella legge di bilancio presentata nelle scorse settimane in Parlamento una norma che prevede una flat tax, una tassazione secca al 7% per dieci anni dei redditi dei pensionati che trasferiranno nel paese la loro residenza fiscale.

Il 30 settembre. Secondo la norma, il prelievo avverrà in un’unica soluzione durante l’anno e la scadenza per la richiesta di trasferimento di residenza è prevista per il 30 settembre 2020. Una proposta quella di Atene che ricorda da vicino quella italiana, approvata con la legge di bilancio 2019, che garantisce una flat-tax al 7% agli stranieri che vanno a vivere in paesi del sud con meno di 20mila abitanti.

A questo pagamento low cost delle tasse possono accedere i cittadini che non hanno pagato le imposte in Grecia in cinque degli ultimi sei anni fiscali. La proposta, spiega il governo, nasce da alcuni studi internazionali secondo cui i pensionati, prima di decidere dove trasferirsi una volta ritiratisi dal lavoro, prendono in considerazione alcuni parametri, tra cui anche le tasse da pagare. Oltre che altri riguardanti, per esempio, le condizioni climatiche, la cultura, la sanità, la governance. E proprio per questo, secondo Atene, le caratteristiche del Paese si sposerebbero con questi criteri, che vanno incentivati con una tassazione più favorevole.

Sfida al Portogallo. L’idea dell’esecutivo ellenico è di sfidare il Portogallo, che ha previsto un programma che garantiva tasse zero per dieci anni sui redditi percepiti all’estero, programma poi rimodulato dal governo socialista che ha deciso di ridurre lo sconto facendo salire l’imposta secca al 10% per i residenti abituali non stranieri. Anni fa la Grecia aveva approvato la Golden Visa: ovvero l’approvazione della cittadinanza per tutti gli stranieri disponibili a investire almeno 250mila euro in proprietà immobiliari. Negli anni scorsi, inoltre, gran parte, delle infrastrutture fondamentali del Paese erano state rilevate da importanti aziende internazionali, in prevalenza tedesche e cinesi.  La scelta della Grecia è stata contrastata dall’Unione europea ma ha permesso di far raccogliere circa 2 miliardi di euro.