ENTI PREVIDENZIALI EUROPEI, PARTE LO SCAMBIO AUTOMATICO DEI DATI
A partire dal 3 luglio, come previsto dalla normativa comunitaria sul coordinamento dei regimi di sicurezza sociale, è diventato operativo il sistema Eessi (Electronic exchange of social security information), attraverso l'avvio dello scambio telematico di dati tra circa 15.000 enti previdenziali europei.
La novità interessa chi ha lavorato (o prosegue a farlo) nei 28 Stati dell’Unione Europea, negli altri tre paesi dello Spazio Economico Europeo (Islanda, Liechtenstein e Norvegia) o in Svizzera. Il sistema coinvolge i cittadini che chiedono il pagamento della pensione o delle prestazioni sociali, come l’indennità di disoccupazione, di maternità e via dicendo.
Tutto in telematico
Il sistema consentirà di scambiare progressivamente le informazioni con gli enti dei paesi europei interessati in modo completamente telematico, attraverso documenti elettronici strutturati che sostituiranno i formulari cartacei.
I vantaggi per i cittadini europei (studenti, disoccupati, lavoratori, pensionati e loro familiari) saranno costituiti dalla maggiore rapidità nella gestione delle domande e nel pagamento delle prestazioni pensionistiche e non, oltre che nella gestione delle pratiche in materia di legislazione applicabile, distacchi e recuperi di contributi e prestazioni indebite.
Il nuovo sistema assicura un elevato livello di protezione dei dati, in linea con gli standard più elevati di sicurezza informatica.
Cosa fa l'Inps
Intanto l’Inps ha fornito (con la circolare 97/2019) le prime indicazioni organizzative per il corretto presidio della gestione telematica degli scambi di dati e informazioni con le istituzioni degli altri stati che applicano la normativa comunitaria. In particolare, l’istituto previdenziale ha diviso l'attività di gestione telematica degli scambi con le altre istituzioni europee in quattro sezioni: pensioni; ammortizzatori sociali (disoccupazione, prestazioni familiari, malattia e maternità); entrate; recuperi contributi e prestazioni indebite. Per ogni area sono indicate le istruzioni amministrative e sono individuati i centri responsabili della gestione delle pratiche e dei rapporti con gli stati esteri tramite il sistema Eessi.
Per quanto riguarda il settore pensioni, l'Inps conferma l'attuale suddivisione delle sedi (per esempio, Bergamo per i residenti in Svizzera) a seconda dell’origine della domanda: se,cioè, proviene da un residente all'estero (dove cioè l'ente previdenziale è “controparte”) oppure in Italia (dove è invece "titolare del caso"). Nella prima ipotesi, la gestione resta affidata ai poli territoriali specializzati per i residenti all’estero, nella seconda a quelli che si occupano di chi abita in Italia. E cioè alle strutture territoriali che già oggi gestiscono le pensioni in regime comunitario.