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CUNEO FISCALE: C'È IL TAGLIO, MA NON PER TUTTI

Per i lavoratori con redditi più bassi, il taglio del cuneo fiscale (differenza tra oneri e netto in busta paga) aumenta ancora. Ma non per tutti.

Il decreto legge 115/2022 (Aiuti bis) aveva previsto per i lavoratori dipendenti un taglio dei contributi previdenziali pari al 1,2% per i redditi fino a 35.000 euro lordi. La misura si aggiungeva al calo dei contributi, già operativo per gli stessi beneficiari da gennaio dello 0,8% (legge 234 2021). Nella bozza di manovra finanziaria 2023 approvata dal governo era presente un nuovo sconto contributivo pari all'1 % applicabile ai redditi fino a 20.000 euro annui. Nella versione definitiva della manovra 2023, la soglia di reddito che consente di godere dello sconto, è stata aumentata a 25 mila euro annui (lordi). Ma vediamo gli effetti concreti.
 

Come funziona il taglio. Non si tratta di una misura strutturale. Il taglio, infatti, durerà solo un anno: dal 1 gennaio al 31 dicembre del 2023. In pratica, in questo periodo, è prevista una riduzione dei contributi versati ogni mese dai lavoratori per le pensioni, senza effetti negativi sull’importo della rendita.

In particolare, per redditi da 25.000 a 35.000 euro e retribuzione lorda mensile pari a massimo 2.692 euro per 13 mensilità, l’aliquota è ridotta dal 9,19 % al 7,19 %. Sotto la soglia dei 25.000 euro, con retribuzione lorda mensile non superiore ai 1.538 euro, l’aggiunta di un ulteriore punto percentuale alla riduzione fissa l’aliquota contributiva 2023 a 6,19%.

 

Niente taglio per i lavoratori domestici. La riduzione dei contributi si applica a tutti i rapporti di lavoro dipendente tranne quelli di tipo domestico.

Di norma, le aliquote applicate al lavoro dipendente come contribuzione previdenziale sono del 33%, di cui il 23,81% a carico del datore di lavoro e il 9,19% del lavoratore.

Questo significa che nel periodo interessato dalla norma del decreto Aiuti bis, cioè tra luglio e dicembre 2022, queste fasce di retribuzione avranno un importo complessivo di sconto contributivo che si traduce in più netto in busta paga: questo è compreso fra 50 euro e 185 euro per i sei mesi.

Occorre ricordare che sia per i dipendenti, sia per i pensionati è in vigore da gennaio 2022 anche lo sgravio dello 0,8% sui contributi dovuti, che è rimasto confermato fino a fine anno.

In entrambi i casi non varia l’aliquota di computo per la previdenza. In sostanza, il taglio non comporta riduzioni dell'importo della pensione, ma resta a carico dello stato.

 

Il taglio del cuneo 2023.. La prima bozza della legge di bilancio incrementava il taglio della quota dei contributi previdenziali a carico dei lavoratori al 3%. La versione definitiva prevede, per la stessa percentuale di sconto, una soglia di accesso maggiore, fissata a 1.923 euro mensili (25.000 annui).