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COME È COSTOSO FARSI UNA FAMIGLIA

C'era una volta il motto "due cuori, una capanna". Ora, sembra, non è più così. I giovani fra i 16 e i 35 anni non hanno più come primo obiettivo avere figli, ma conquistare l'indipendenza economica. Un target più difficile rispetto al recente passato, a causa dell'aumento del costo della vita a fronte di precarizzazione diffusa e stipendi generalmente bloccati.

L’Osservatorio GenerationShip 2025, realizzato da Kkienn per Changes Unipol (magazine del gruppo assicurativo bolognese) e giunto alla quarta edizione, ha voluto approfondire questa allarmante tendenza nel quadro di un'indagine sui cambiamenti culturali, economici e sociali delle nuove generazioni.

 

Stipendi bassi. Un giovane su quattro non riesce a sbarcare il lunario senza l’aiuto della famiglia. Il 39% guadagna meno di 1.500 euro netti al mese.

 

Legami instabili. A volte ci si spinge anche oltre: non solo non si cercano figli, ma addirittura non sono più così popolari le relazioni stabili. Il 72% del campione esprime una tendenza verso i rapporti senza legami e il 62%  non ha fiducia nella possibilità di costruire legami duraturi. 

Ma almeno, per cercare il partner, si ritorna sulla terra: emerge infatti una delusione per le app di dating, con il conseguente ritorno agli incontri nella vita reale. Mentre, curiosamente, gli adulti (36-54 anni) hanno aumentato l’utilizzo del digitale per frequentarsi, con il 34%, che ha iniziato una rapporto on line.

  

Gli uomini stanno meglio delle donne. Nonostante gli effetti dell'incertezza economica, cresce il benessere psicologico (dal 53% al 62% in tre anni). Ma solo per gli uomini. Le donne soffrono gli stipendi più bassi, che causano una mancata sufficienza sul profilo finanziario (34% contro il 19% dei giovani di sesso maschile).

Anche per questo, intorno ai 30 anni, crolla la fiducia delle donne nel lavoro crolla a causa del conflitto tra carriera e maternità.

 

Anche gli occupati cercano lavoro. Infine, il 46% dei giovani cerca occupazione, anche se già assunto. Meno interesse per il posto fisso: si preferisce la qualità e l’equilibrio tra vita e lavoro.

 

Torna l'identità europea. L'inchiesta segnala anche un rinnovato interesse per la politica (dal 33% del 2022 al 45% del 2025), anche se la fiducia nei nostri rappresentanti è bassa (21%). Torna invece il senso di identità europea: il senso di appartenenza è al 65%.

L'emigrazione oltre confine è sempre popolare, anche se più bassa (dal 46% del 2023 al 41% del 2025). Però, ci si sposta più per crescita personale e professionale che per un trasferimento a lungo termine.