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CAREGIVER, LE PAURE PIÙ DIFFUSE

In Italia, sono più di sette milioni le persone che si prendono cura di un familiare non autosufficiente. E il 57% dei cittadini afferma di conoscere personalmente o tramite parenti e amici qualcuno che è coinvolto in questa attività o la ha affrontata in passato. 

Lo evidenzia l’Osservatorio Sara Assicurazioni, indagine cawi condotta da Nextplora su un campione rappresentativo della popolazione italiana. Secondo la ricerca, l'assenza di sostegni, riferimenti e il rischio di isolamento è il fattore che condiziona di più la vita quotidiana per il 42% degli assistenti familiari.

 

Le maggiori esigenze. Il 47% afferma invece che le necessità più importanti dei caregiver sono le misure di sostegno economico, dato che i costi per l’assistenza sono spesso molto alti. Il 37% sottolinea invece l'esigenza di conciliare vita e lavoro e il 36% il supporto psicologico.

Seguono le informazioni sulle misure di sostegno (29%), la possibilità di delegare alcune attività quotidiane ad altre persone (25%), la formazione per fornire assistenza (22%) e la possibilità di accedere a servizi di telemedicina (18%). 

Per il 47%, inoltre, sono i familiari a doversi prendere carico dei parenti che ne hanno bisogno, almeno fino a quando le condizioni lo permettono. Il 42% si affiderebbe invece al servizio sanitario pubblico, il 33% a strutture specializzate (33%), il 27% a servizi privati, il 20% a badanti e il 17% ad associazioni di volontariato.

 

Polizze long term care. Oltre a puntare a forme pubbliche di assistenza, il 45% intaccherebbe i risparmi, mentre il 23% penserebbe a stipulare una polizza assicurativa long term care.

Di queste sono particolarmente apprezzate la possibilità di coprire le spese anche in caso di non autosufficienza parziale (41%), la copertura dei costi per eventuali ausili speciali (38%) e la convenienza (32%).

“L’invecchiamento demografico del nostro paese sta generando nuovi bisogni sociali, portando in primo piano la sfida della gestione della non autosufficienza”, afferma Emiliano De Salazar, direttore vita di Sara Vita. “Questa condizione impatta profondamente sulla qualità dell'esistenza sia della persona che ne soffre sia delle famiglie, con ripercussioni che investono in modo significativo anche la sfera economica".