AUTONOMI ALLA CASSA, L’INPS VUOLE SALDO E ACCONTO
Mese pesante, in termini di portafoglio, per i lavoratori autonomi, artigiani, commercianti e professionisti titolari di partita Iva iscritti alla Gestione separata Inps (i cosiddetti free-lance). Oltre a doversi mettere in regola con il fisco, devono pagare all’ente di previdenza il saldo dei contributi del 2017 e il primo acconto 2018. Il 30 giugno (ma si slitta al 2 luglio, perché il 30 giugno è sabato) scade il termine utile per il versamento, che può comunque essere eseguito entro il 20 agosto, con la maggiorazione dello 0,40%.
Artigiani e commercianti. Per loro, la legge prevede che la contribuzione previdenziale debba essere calcolata sulla totalità dei redditi d'impresa denunciati ai fini Irpef, prodotti nello stesso anno cui i contributi si riferiscono. Chi lo scorso anno ha versato un acconto in percentuale del reddito d'impresa dichiarato per il 2016 che eccede il minimale di 15.548 euro, deve quindi versare la somma a conguaglio sulla base della totalità dei redditi effettivamente conseguiti nel 2017. Le aliquote da applicare sono le seguenti:
1) 23,55% gli artigiani e 23,64% i commercianti, sulla quota di reddito annuo superiore a 15.548 euro e fino a 46.123 euro;
2) - 24,55% (24,64% i commercianti) tra 46.123 e 76.872 euro; il tetto sale a 100.324 euro per i soggetti privi di anzianità contributiva al dicembre 1995.
Per quanto riguarda il primo acconto 2018, occorre tener conto che quest'anno, in seguito alla riforma Fornero, l’aliquota contributiva è salita definitivamente al 24% (24,09% per i commercianti) e il minimale di reddito è fissato in 15.710 euro; il massimale è invece pari a 77.717 euro. A conti fatti le due categorie di autonomi devono versare il 24 %o 24,09% sul reddito d'impresa fino a 46.630 euro (“tetto” pensionabile), e 25% o 25,09% sull'eventuale quota eccedente, fino al massimale di 77.717 euro. E’ previsto uno sconto di tre punti per giovani collaboratori, fino ai 21 anni.
In sostanza, i soggetti che per il 2017 dichiarano un reddito d'impresa superiore a 15.710 euro (minimale) ora devono versare una quota pari a 12% (12,045% i commercianti) della differenza tra reddito d'impresa dichiarato (Unico 2018) e il “minimale” di 15.710 euro. L'aliquota sale all’11,60% (11,645%, i commercianti) per la quota di reddito 2017 compresa tra 46.630 e 77.717 euro. Il secondo acconto 2018, nella stessa misura, deve essere versato entro il 30 novembre.
Professionisti. Per determinare la somma da versare a saldo, gli iscritti alla gestione separata Inps devono considerare il reddito professionale 2017 e applicare, nel limite di 100.324 euro, l'aliquota del 25,72% (24% se già assicurati o pensionati), e sottrarre gli importi già pagati a titolo di acconto in giugno e novembre dello scorso anno. Entrambe le aliquote non hanno subito variazioni per il 2018. Pertanto, ai fini del calcolo dell'acconto, dovuto nella misura del 40% occorre:
1) considerare il reddito professionale 2017 assoggettato a Irpef (così come risulta da Unico 2018), entro il limite di 101.427 euro (tetto di reddito imponibile 2018);
2) applicare l'aliquota del 10.288% oppure del 9,6%, corrispondente al 40% del contributo dovuto (calcolato sul 25,73% o sul 24%), a seconda dei casi.
Così il calcolo per i professionisti
Posizione previdenziale |
Saldo 2017 * |
Primo acconto 2018 |
Già iscritto ad altro fondo previdenziale obbligatorio o titolare di pensione |
Reddito 2017 entro il limite di 100.324 euro per 24% |
Reddito 2017 (entro il limite di 101.427 euro per 10,288% |
Non pensionato né iscritto ad altro fondo previdenziale obbligatorio |
Reddito 2017 per 25,72%, entro il limite di 100.324 euro |
Reddito 2017 (entro il limite di 101.427 euro per 9,6% |
* Detratti gli acconti versati a giugno e novembre 2016.
Leonardo Comegna