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I CONTRIBUTI UTILI

Le prestazioni offerte dal sistema previdenziale obbligatorio (il cosiddetto primo pilastro) sono finanziate attraverso il versamento di contributi da parte dei lavoratori. I periodi utili per ottenere la pensione sono quelli durante i quali sono stati versati i contributi obbligatori. Le disposizioni di legge consentono tuttavia di utilizzare altri tre tipi di copertura assicurativa, e cioè: i contributi figurativi, da riscatto e volontari. Tutte e tre queste ipotesi servono a coprire, gratuitamente o a pagamento, determinati periodi durante i quali il lavoratore ha dovuto interrompere o è stato impossibilitato a prestare la propria attività.

L’ordine in cui i quattro tipi di contribuzione (obbligatoria, figurativa, da riscatto e volontaria) sono stati elencati non è casuale, ma corrisponde a una priorità stabilita dalle norme in vigore. In caso di coesistenza di una contribuzione obbligatoria e di una figurativa (per esempio, la coincidenza tra gli studi universitari e il servizio militare) il riconoscimento figurativo per il periodo di leva è preminente, e quindi “annulla” il corrispondente riscatto di laurea.

1) Contributi obbligatori: sono dovuti da qualsiasi soggetto che produca un reddito da lavoro, e generalmente calcolati in percentuale sul reddito prodotto (i lavoratori autonomi) o sulla retribuzione percepita (i dipendenti). Solitamente sono previsti sia massimali che minimali;
2) Contributi figurativi: vengono riconosciuti senza alcun onere a carico del lavoratore esclusivamente per particolari periodi previsti dalla legge (assenza per maternità, servizio militare, periodo di disoccupazione durante il quale il lavoratore licenziato percepisce dall’Inps un’indennità, ecc.).
3) Contributi da riscatto: possono essere versati, a richiesta, pagando una determinata somma, per coprire alcuni periodi espressamente previsti dalla legge (studi universitari, lavoro svolto all’estero in paesi non convenzionati);
4) Contributi volontari: sono versati a richiesta dell’interessato e con onere a proprio carico, per coprire periodi d’interruzione o sospensione del rapporto lavorativo.