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SCATTANO I NUOVI COEFFICIENTI, PENSIONE PIÙ MAGRA DAL 2019

Brutte notizie per chi va in pensione il prossimo anno: avrà una rendita più bassa (in media di oltre l'1%) rispetto a chi ci è andato o ci andrà entro la fine del 2018. In attesa di capire dove porterà la revisione della legge Monti-Fornero messo in agenda dal nuovo governo, la vita continua. Tant’è che il Ministero del Lavoro ha aggiornato la tabella dei "coefficienti minimi di trasformazione del montante contributivo", quei valori cioè che si applicano al totale dei contributi versati durante la vita lavorativa, rivalutati in base al Pil (prodotto interno lordo), per determinare l'importo dell’assegno Inps che finisce delle tasche del pensionato.

Il decreto che aggiorna i coefficienti è stato pubblicato nella Gazzetta ufficiale numero 31 dell’8 giugno e riserva una sorpresa negativa per i prossimi pensionati. In pratica, dal 2019 la pensione annua sarà inferiore in media di oltre l'1% rispetto a quella di chi è riuscito ad accedervi quest'anno, ma si sfiora il 2% di penalizzazione per le fasce di età più alte. È la quarta revisione da quando è stata introdotta nel 2009 e tutte sono state negative. Con riferimento, per esempio, a un lavoratore con 100 mila euro di contributi versati e 65 anni d'età, in questi anni la pensione è calata di circa 900 euro: nel 2009 era di 6.136 euro, il prossimo anno sarà di 5.245 euro.

Di cosa parliamo. I coefficienti di “trasformazione” (del capitale contributivo accumulato) operano nel sistema di calcolo contributivo, in vigore per tutti dal 2012, che funziona grosso modo come un libretto di risparmio. Il lavoratore accantona ogni anno i contributi e, all'atto del pensionamento, al montante contributivo viene applicato un coefficiente, detto appunto di trasformazione, che converte i contributi in rendita.

L'ultima revisione c'è stata a gennaio 2016 (dopo quella di gennaio 2013), che ha fissato i coefficienti per il triennio 2016/2018. Se durante il primo triennio, 2013/2015, a parità di ogni altra condizione, gli assegni sono stati alleggeriti in media di circa il 3% rispetto al triennio 2010/2012, aggiungendosi all'ulteriore taglio del 7%, sempre in media, rispetto al periodo 1996/2009 (prima la revisione non c'era), con il terzo taglio c'è stata l'ulteriore riduzione di circa il 2%, sempre in media, portando a circa l'11% la riduzione, in media, di tutto il periodo (dal 2009 al 2018). L'anno prossimo ci sarà la quarta revisione, sempre negativa, di circa l'1%, portando il calo complessivo del periodo oltre il 12%.

Il coefficiente dei 71 anni. Non esistono possibilità di fuga dalla tagliola, se non quella di lavorare di più. Le ultime riforme, per la verità, hanno agevolato chi rimarrà al lavoro fino alla veneranda età di 70 anni e 7 mesi. Proprio con l’obiettivo di riscuotere pensioni più consistenti. Per questo che dal 2019 farà il suo debutto un nuovo coefficiente: quello legato all'età di 71 anni.

Pensione in calando. Per avere l'idea di come stia fluttuando negli anni la misura degli assegni Inps, il quotidiano economico ItaliaOggi propone il calcolo di un'ipotetica pensione annua corrispondente a un montante contributivo (il cosiddetto “tesoretto accumulato nella vita lavorativa) di 100 mila euro, a 65 anni d'età:

a) per un pensionamento avvenuto entro il 2009, la pensione annua è stata di 6.136 euro;

b) per un pensionamento avvenuto dal primo gennaio 2010 al 31 dicembre 2012, la pensione annua è stata di 5.620 euro, quindi 516 euro in meno rispetto al 2009;

c) per un pensionamento avvenuto dal primo gennaio 2013 al 31 dicembre 2015, la pensione annua è stata di 5.435 euro, ossia 185 euro in meno rispetto al 2012 e 701 euro in meno rispetto al 2009;

d) per un pensionamento avvenuto o che avverrà dal primo gennaio 2016 al 31 dicembre 2018, la pensione annua è stata o sarà pari a 5.326 euro, ossia 109 euro in meno rispetto al 2015, 185 euro in meno rispetto al 2012 e 810 in meno rispetto al 2009;

e) per un pensionamento che avverrà dal primo gennaio 2019 al 31 dicembre 2020, la pensione annua sarà di 5.245 euro, ossia 81 euro in meno rispetto al 2018, 266 euro in meno rispetto al 2012 e 891 euro in meno rispetto al 2009.

La revisione, come detto, è valida per tutto il biennio 2019/2020. Ed essendo d’ora in poi biennale,  la prossima ci sarà a partire dall'anno 2021.

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Leonardo Comegna