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COVIP: NON SARÀ GRATUITA LA RENDITA ANTICIPATA DAI FONDI PENSIONE

Per aver diritto alla Rita (Rendita integrativa temporanea anticipata), i lavoratori dovranno produrre la certificazione rilasciata dall'Inps ai fini del riconoscimento del diritto all'Ape (Anticipo pensionistico), che costituisce quindi una “condizione indispensabile”. La Rita, inoltre, non sarà gratuita: chi la richiederà, dovrà pagare al fondo pensione il costo d'erogazione (le spese amministrative). Lo stabilisce la Covip (nella foto il presidente Mario Padula) con un’apposita nota (circolare n. 1174/2017) indirizzata ai fondi pensione, con cui vengono dettate le istruzioni in prossimità  dell'entrata in vigore (primo maggio) della misura contenuta nella Legge di Bilancio (articolo 1, commi 188-193, legge 232/2016).

Di cosa si tratta. Introdotta dall'ultima Legge di Bilancio, la Rita consiste nella possibilità, da parte di tutti i lavoratori dipendenti (privati e pubblici), di ottenere una “rendita temporanea” dal proprio fondo pensione. Si tratta, in sostanza, della “gemella” dell’Ape, tanto che trova applicazione per lo stesso periodo (dal primo maggio 2017 al 31 dicembre 2018) e con i medesimi requisiti. Si rivolge ai lavoratori iscritti alla previdenza integrativa e, precisamente, sottolinea la Covip, alle forme pensionistiche complementari in regime di contribuzione definita (si sa quanto si paga di contributi, ma non si sa precisamente quanto sarà la prestazione). Ne sono invece esclusi gli iscritti a fondi pensione in regime di prestazione definita (si sa quale sarà la prestazione e si pagano contributi in proporzione all’obiettivo), ancora presenti fra i vecchi fondi. Come accennato, finalità della Rita è offrire ai lavoratori un sostegno finanziario, in vista della maturazione dei requisiti per la pensione.

Condizioni richieste. Le condizioni di praticabilità sono due: possesso dei requisiti per l'Ape (63 anni di età e minimo di 20 anni di contributi) e cessazione del rapporto di lavoro. Pertanto, dice la Covip, per aver diritto alla Rita (per la quale non si richiedono requisiti contributivi) i lavoratori interessati dovranno produrre (condizione indispensabile) la certificazione rilasciata dall'Inps ai fini del riconoscimento del diritto all'Ape. Il fatto di dover produrre il certificato Ape, tuttavia, non vuol dire che il lavoratore ne debba fare anche richiesta, l'importante è possederne i requisiti: il lavoratore resta infatti libero di decidere di fruire solo della Rita, solo dell'Ape o di entrambe le prestazioni.

In che consiste. Praticamente, la Rita è l'erogazione frazionata del montante accumulato dal lavoratore nel proprio fondo pensione. Spetta a lui decidere quanta parte del montante trasformare in Rita, nonché il periodo di corresponsione, che va dalla richiesta fino alla pensione Inps per una durata massima di 3 anni e 7 mesi (vincolata al requisito Ape). Per quanto riguarda la periodicità del frazionamento, invece, la Covip rimette la decisione ai singoli Fondi, suggerendo di fornire più opzioni alternative che possano rispondere alle diverse esigenze dei lavoratori. Nel caso, poi, in cui non venga utilizzata l’intera posizione individuale a titolo di Rita, l’iscritto conserva il diritto di usufruire delle ordinarie prestazioni in capitale e rendita a valere sulla porzione residua di montante individuale, che continua a essere gestita dalla forma pensionistica complementare.

Documento informativo. Sotto il profilo dell’informazione, la Covip ritiene che i Fondi pensione debbano predisporre un documento ad hoc per spiegare le caratteristiche della Rita, con evidenza delle condizioni per la fruizione, delle periodicità previste e delle modalità di erogazione. In particolare, nel documento informativo vanno chiaramente esplicitati gli importi che saranno addebitati per l'erogazione di ogni rata, ovvero una tantum. Tali importi dovranno essere comunque contenuti e limitati alle spese amministrative sostenute. E poiché si tratta di una misura a carattere sperimentale, l’Autorità garante guidata da Mario Padula non ritiene, infine, necessario apportare integrazioni ai singoli statuti e regolamenti.

www.covip.it