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ASSEGNO DI RICOLLOCAZIONE, SE NE RIPARLERÀ A MAGGIO

Tutto rinviato per “l’assegno di ricollocazione” destinato ai Centri per l’impiego per finanziare la formazione e il reinserimento professionali dei disoccupati, che avrebbe dovuto partire dal 3 aprile. Ora,  invece, occorrerà aspettare almeno le prime settimane di maggio. A frenarne la partenza sono stati alcuni problemi tecnici riscontrati nella fase dei test effettuati in questi giorni sulla piattaforma informatica predisposta dall'Anpal (l' Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro) che dovrà gestire il processo.

Alla fine di febbraio, nel corso di una conferenza stampa al Ministero del welfare era stato annunciato che la fase “ampliata” dell' assegno di ricollocazione, dopo che la sperimentazione del progetto, che era stata condotta nel 2017, si era conclusa con il modesto risultato del 10% scarso di adesioni (circa 28.000 persone coinvolte). L’allargamento consiste nello stanziamento di una somma (dai 250 ai 5 mila euro a seconda del profilo di occupabilità), che i percettori di Naspi (l'indennità di disoccupazione) da almeno 4 mesi, i beneficiari del Rei (il Reddito di inclusione), e i lavoratori in cassa integrazione straordinaria e a rischio esubero potranno “impiegare” presso Centri per l' impiego pubblici (Cpi), agenzie del lavoro private e consulenti del lavoro accreditati.

Che cos’è. Come detto, l’assegno di ricollocazione è una somma di denaro erogata per aiutare le persone disoccupate o cassintegrate o in condizioni di estrema povertà a rientrare nel mondo del lavoro. I soldi materialmente non vengono incassati da chi cerca un’occupazione ma da chi aiuta a trovarla (centri pubblici per l’impiego, agenzie private, consulenti del lavoro). Servono, cioè, a potenziare le attività di supporto e a fornire servizi su misura: definizione di un “piano” da attuare nell’arco di sei mesi (prorogabili al massimo di altri sei), affiancamento di un tutor, ricerca e analisi di opportunità e offerte, promozione del profilo professionale, incontri di verifica. Il senso di questo strumento di contrasto alla povertà, è proprio questo: unire un sostegno economico a un percorso  personalizzato di accompagnamento al lavoro, tenendo conto della situazione specifica del disoccupato che versa in stato di privazione economica o del cassintegrato senza prospettive (si veda News del 3 aprile, http://www.iomiassicuro.it/news/slitta-lassegno-di-ricollocazione-i-disoccupati).

www.anpal.gov.it

Leonardo Comegna