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PROFESSIONISTI, SEMPRE PIÙ WELFARE PER LE CASSE DI PREVIDENZA

Contro la crisi economica che continua a tagliare i redditi e ridurre l’accesso alla libera professione, occorre rafforzare il welfare. E’ questo il pensiero che accomuna le Casse di previdenza dei professionisti, in attesa del varo definitivo dello Statuto dei lavoratori autonomi, il disegno di legge (collegato alla Legge di Stabilità 2016) che punta ad allargare diritti e tutele agli iscritti.

Redditi in calo. Secondo l’Adepp, l’associazione presieduta da Alberto Oliveti (nella foto) che riunisce le maggiori Casse professionali, tra il 2005 e il 2014 i professionisti italiani hanno, in media, mantenuto a fatica i loro livelli di reddito nominale; se si tiene conto dell’inflazione, la perdita in termini di reddito reale sfiora il 24%. Sebbene con guadagni in calo, che significa anche meno pensione, continuano a produrre il 15% del Pil. Non tutti hanno subìto così tanti danni. Secondo il rapporto, infermieri e veterinari si sono salvati: negli ultimi dieci anni il loro reddito reale è cresciuto del 7,1%. Commercialisti e ragionieri, un tempo considerati insensibili alle fluttuazioni del ciclo economico, hanno perso il 14%. Ingegneri e architetti, alle prese con la più grande crisi edilizia dal dopoguerra, hanno perso il 22%. La peggiore situazione riguarda gli avvocati, con un drammatico -35% del reddito depurato dall’inflazione; a guardare il reddito nominale, il calo degli avvocati è del 23%. I dati allarmanti per i professionisti (tutti, in generale) non finiscono qui. La disoccupazione è al 30%, il reddito d’ingresso è intorno agli ottocento euro e ai millecinquecento dopo cinque anni di professione, il tempo d’attesa per ottenere il pagamento delle parcelle è di 172 giorni nel caso di privati, 217 nel caso di cliente pubblico,  il 57% degli studi professionali ha debiti con banche, istituzioni finanziarie o fornitori.

Le donne.  Le misure di sostegno messe in atto dalla quasi totalità delle Casse professionali sono state destinate in primo luogo alle donne. Tra gli iscritti sono aumentate del 5%, il triplo degli uomini, e ora rappresentano oltre il 36% dell’universo totale, anche se con redditi medi che spesso sono inferiori a quelli maschili. Il paracadute del welfare è sempre più ampio per il sostegno alle neo-mamme.  La Cassa dei dottori commercialisti (Cnpadc) dal 2014 ha introdotto il “contributo a sostegno della maternità” che rappresenta un bonus supplementare pari al 20% dell’indennità normalmente riconosciuta. Tale bonus consiste più precisamente in un’ulteriore mensilità, interamente a carico dell’Ente di previdenza, che si aggiunge alle cinque dovute per previsione normativa. Allo stesso modo, ai fini di una maggiore tutela delle professioniste in maternità e con particolare riferimento ai periodi di gravidanza e a quelli post partum, Emapi, ente nato dall’accordo di otto Casse (geometri, notai, biologi, psicologi, consulenti del lavoro, infermieri professionali, Cassa pluricategoriale e periti industriali), in convenzione con Generali, ha predisposto un “pacchetto maternità”. Una polizza sanitaria integrativa ad hoc, rivolta alle iscritte e ai coniugi/conviventi, che consente ai soggetti interessati di accedere a una serie di esami e interventi di riabilitazione per un massimo di 2mila euro.

I giovani.  I giovani sentono di essere stati danneggiati dai diritti delle generazioni precedenti, da un mercato del lavoro asfittico in cui la domanda è molto inferiore all’offerta e il prezzo da pagare è alto e ingiusto. Il gap reddituale rilevato per le donne riguarda anche i giovani, che in media guadagnano poco più di 12mila euro lordi l’anno.  Con un occhio non più solo al futuro dei propri iscritti (pensioni) ma anche al presente, in chiave di sostegno alla crisi, le Casse hanno quindi pensato anche ai giovani. Per la prima volta, da quest’anno, i consulenti del lavoro garantiscono l’assistenza sanitaria integrativa ai praticanti. Mentre sono già rodati i prestiti ai neoiscritti, con copertura della quota interessi sui finanziamenti per allestire gli studi. Inarcassa, per esempio, destina metà della spese per assistenza (44 milioni l’anno scorso) ad architetti e ingegneri con meno di 35 anni, sostenuti con un abbattimento notevole dei contributi per cinque anni, prestiti d’onore fino a 15mila euro e finanziamenti per allestire lo studio a tassi agevolati. Un nuovo pacchetto welfare da 60 milioni è in arrivo per gli avvocati attraverso il micro credito: la  Cassa forense farà da garante per prestiti bancari fino a 10mila euro.  Infine i sanitari, una platea in crescita per la più grande Cassa privata italiana, con 360.845 medici e odontoiatri in attività e 101.213 pensionati. Con i conti a posto, l’Enpam può permettersi di offrire più welfare e assistenza agli iscritti: dai mutui, specialmente pensati per i più giovani, fino alla copertura long term care (assistenza di lunga durata) per chi non è più autosufficiente. Secondo il Cup (Comitato unitario permanente degli ordini e collegi professionali), gli interventi di welfare degli Enti pensionistici privati dovrebbero essere supportati da un alleggerimento fiscale e un'unificazione del prelievo sul patrimonio immobiliare delle stesse Casse, così che si possano liberare risorse senza drenare il gettito previdenziale.

www.adepp.info