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L'APE VOLONTARIA NON SPICCA IL VOLO

Nonostante la sua leggerezza (tipica dell’ omonimo insetto), l’Ape volontaria non decolla. Come per l’Ape “sociale” - e cioè l'indennità di natura assistenziale a carico dello Stato erogata dall'Inps a soggetti in stato di bisogno - anche per quella volontaria occorre infatti un decreto attuativo emanato della presidenza del Consiglio dei ministri. La versione del meccanismo per anticipare la pensione che, al contrario dell’Ape sociale (gratuita), grava tutta sul futuro pensionato, non è ancora pronta.

Considerando i tempi tecnici per la registrazione del provvedimento presso la Corte dei conti e la successiva pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, la misura dovrebbe essere operativa a partire da ottobre, anche se con decorrenza maggio 2017. Gli interessati , in altre parole, potranno cominciare ad avanzare domanda all’Inps solo dai primi di quel mese, nel vivo della discussione sulla legge di Stabilità 2018. Una misura che, peraltro, è in cerca di risorse per migliorare le pensioni minime.

 

Chi può chiederla

La misura si rivolge ai lavoratori che abbiano raggiunto il 63° anno e almeno 20 anni di contribuzione e che si trovino a non più di tre anni e sette mesi dalla pensione di vecchiaia. Requisiti che dovranno essere certificati dall'Inps al momento della richiesta. Non potranno chiedere l'Ape volontaria i liberi professionisti che esercitano mestieri regolati dall'iscrizione a un apposito albo (come avvocati o commercialisti) né i titolari di un trattamento pensionistico diretto, compresi quelli che ricevono un assegno ordinario di invalidità (ma non sarà preclusa la strada dell'anticipo ai titolari di prestazioni di invalidità civile né ai titolari di pensioni ai superstiti).

Dato che il prestito si fonda sull'accesso alla pensione, contestualmente alla domanda di Ape il lavoratore dovrà produrre anche domanda di pensione di vecchiaia. A questo proposito, occorre tenere conto della clausola di allungamento se nel 2019 venissero modificati i requisiti di pensionamento, in virtù dell’adeguamento dalla speranza di vita. In tal caso il prestito si dilaterà, con rideterminazione dell'onere e della rata di ammortamento, per coprire la nuova data di raggiungimento della pensione di vecchiaia (dal 2019 l'età di vecchiaia potrebbe slittare, infatti, a 67 anni). Il prestito durerà da un minimo di sei a un massimo di 43 mesi e l'importo richiedibile oscillerà tra un minimo di 150 euro mensili a un massimo compreso tra il 75% e il 90% della pensione netta che sta maturando, a seconda dei mesi di anticipo richiesto.

 

Costi in salita

Ma quanto costerà l’anticipo pensionistico, quello che viene definito “il  prestito ponte” fino al momento dell’effettivo pensionamento? E’ importante sapere che chi lo chiede, oltre a dover rimborsare il capitale percepito durante il periodo di anticipo, deve tener conto di alcuni oneri (commissione di accesso al fondo di garanzia, tasso annuo nominale che viene aggiornato ogni due/tre mesi in base a come va il mercato e costo dell’assicurazione contro i rischi di premorienza). Il tasso finale non è ancora stato fissato. Il governo ha approntato una bozza da sottoporre a banche e assicurazioni (tramite Abi e Ania). Ma è chiaro che rispetto al mese di novembre del 2016 (quando se ne parlò la prima volta) le condizioni di mercato sono cambiate, i tassi sia pur di poco hanno ripreso a salire, e probabilmente continueranno a farlo anche nel 2018. Infatti, non si parla più del 2,5%, ma del 3,5%.

 

Fisco in aiuto

L'importo dell’Ape volontaria, dato che si tratta di un prestito e non una vera e propria pensione, sarà esente da imposizione fiscale e sarà erogato sino a 12 mensilità. Inoltre, per rendere la pillola meno amara, è previsto che chi deciderà di uscire anticipatamente dal mercato del lavoro potrà godere anche della detrazione fiscale degli interessi passivi sul prestito bancario collegato all’Ape. Il rateo annuo non dovrà superare il 30% della sua pensione, considerando altri impegni finanziari in corso come, per esempio, un mutuo casa o un altro prestito bancario. Gli interessi saranno detraibili per il 50%. Insomma, considerato il tasso di interesse da corrispondere alla banca (presumendo un 3,5%) e dell’assicurazione, a conti fatti, il costo dell’Ape dovrebbe aggirarsi intorno al 5% per ciascun anno di anticipo.

 

 

Nonostante la sua leggerezza (tipica dell’ omonimo insetto), “l’Ape volontaria” non decolla. Come per “l’Ape “sociale” - e cioè l'indennità di natura assistenziale a carico dello Stato erogata dall'Inps a soggetti in stato di bisogno - anche per quella volontaria occorre infatti un decreto attuativo emanato della presidenza del Consiglio dei ministri. La versione del meccanismo per anticipare la pensione che, al contrario dell’Ape sociale (gratuita), grava tutta sul futuro pensionato, non è ancora pronta.

Considerando i tempi tecnici per la registrazione del provvedimento presso la Corte dei conti e la successiva pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, la misura dovrebbe essere operativa a partire da ottobre, anche se con decorrenza maggio 2017. Gli interessati , in altre parole, potranno cominciare ad avanzare domanda all’Inps solo dai primi di quel mese, nel vivo della discussione sulla legge di Stabilità 2018. Una misura che, peraltro, è in cerca di risorse per migliorare le pensioni minime.

 

Chi può chiederla

La misura si rivolge ai lavoratori che abbiano raggiunto il 63° anno e almeno 20 anni di contribuzione e che si trovino a non più di tre anni e sette mesi dalla pensione di vecchiaia. Requisiti che dovranno essere certificati dall'Inps al momento della richiesta. Non potranno chiedere l'Ape volontaria i liberi professionisti che esercitano mestieri regolati dall'iscrizione a un apposito albo (come avvocati o commercialisti) né i titolari di un trattamento pensionistico diretto, compresi quelli che ricevono un assegno ordinario di invalidità (ma non sarà preclusa la strada dell'anticipo ai titolari di prestazioni di invalidità civile né ai titolari di pensioni ai superstiti).

Dato che il prestito si fonda sull'accesso alla pensione, contestualmente alla domanda di Ape il lavoratore dovrà produrre anche domanda di pensione di vecchiaia. A questo proposito, occorre tenere conto della clausola di allungamento se nel 2019 venissero modificati i requisiti di pensionamento, in virtù dell’adeguamento dalla speranza di vita. In tal caso il prestito si dilaterà, con rideterminazione dell'onere e della rata di ammortamento, per coprire la nuova data di raggiungimento della pensione di vecchiaia (dal 2019 l'età di vecchiaia potrebbe slittare, infatti, a 67 anni). Il prestito durerà da un minimo di sei a un massimo di 43 mesi e l'importo richiedibile oscillerà tra un minimo di 150 euro mensili a un massimo compreso tra il 75% e il 90% della pensione netta che sta maturando, a seconda dei mesi di anticipo richiesto.

 

Costi in salita

Ma quanto costerà l’anticipo pensionistico, quello che viene definito “il  prestito ponte” fino al momento dell’effettivo pensionamento? E’ importante sapere che chi lo chiede, oltre a dover rimborsare il capitale percepito durante il periodo di anticipo, deve tener conto di alcuni oneri (commissione di accesso al fondo di garanzia, tasso annuo nominale che viene aggiornato ogni due/tre mesi in base a come va il mercato e costo dell’assicurazione contro i rischi di premorienza). Il tasso finale non è ancora stato fissato. Il governo ha approntato una bozza da sottoporre a banche e assicurazioni (tramite Abi e Ania). Ma è chiaro che rispetto al mese di novembre del 2016 (quando se ne parlò la prima volta) le condizioni di mercato sono cambiate, i tassi sia pur di poco hanno ripreso a salire, e probabilmente continueranno a farlo anche nel 2018. Infatti, non si parla più del 2,5%, ma del 3,5%.

 

Fisco in aiuto

L'importo dell’Ape volontaria, dato che si tratta di un prestito e non una vera e propria pensione, sarà esente da imposizione fiscale e sarà erogato sino a 12 mensilità. Inoltre, per rendere la pillola meno amara, è previsto che chi deciderà di uscire anticipatamente dal mercato del lavoro potrà godere anche della detrazione fiscale degli interessi passivi sul prestito bancario collegato all’Ape. Il rateo annuo non dovrà superare il 30% della sua pensione, considerando altri impegni finanziari in corso come, per esempio, un mutuo casa o un altro prestito bancario. Gli interessi saranno detraibili per il 50%. Insomma, considerato il tasso di interesse da corrispondere alla banca (presumendo un 3,5%) e dell’assicurazione, a conti fatti, il costo dell’Ape dovrebbe aggirarsi intorno al 5% per ciascun anno di anticipo.

www.inps.it