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IVASS: PREZZI RC AUTO, SI RIDUCE IL DIVARIO RISPETTO AGLI ALTRI PAESI

Le tariffe italiane di rc auto restano le più elevate d’Europa, ma si riduce il divario rispetto agli altri paesi europei. A causa della flessione dell’11% accusata dal comparto vita, diminuiscono i premi incassati dalle compagnie italiane a livello complessivo, ma aumentano quelli relativi ai rami diversi dall’auto, Ed è sempre più rilevante il fenomeno delle polizze vita “dormienti”, di cui cioè non viene richiesta la liquidazione. E’ lo scenario del mercato assicurativo italiano delineato nella relazione annuale dell’Ivass, che proprio in questi giorni compie cinque anni di vita.

Rc auto, si riduce la forbice con gli altri paesi. Nella rc auto il risultato moderatamente negativo nei premi incassati è dipeso innanzitutto dai prezzi. “Cinque anni consecutivi di riduzione del prezzo medio hanno portato quest’ultimo, nel quarto trimestre del 2016, a 420 euro per un’automobile a uso privato”, spiega il presidente Rossi, “nel confronto internazionale il premio medio per l’assicurazione obbligatoria (al netto di tasse e contributi) in Italia è stato nel 2016 ancora superiore di 140 euro a quello dei tre altri grandi paesi europei (Francia, Germania e Spagna). Ma il divario si è ristretto rispetto agli oltre 260 euro del 2011 e ai quasi 190 dello scorso anno. C’è ancora molta variabilità da zona a zona: a Napoli il prezzo medio alla fine del 2016 era di circa 630 euro, ad Aosta di 300, ma il divario all’interno del paese si è tuttavia ridotto. Riduzione della circolazione dovuta alla crisi economica e più efficace lotta alle frodi, anche grazie alla tecnologia, spiegano in larga parte entrambi i risultati. La prima si è tradotta in riduzione dei sinistri, e quindi ha spinto le imprese a contenere i prezzi. Ci attendiamo un ulteriore effetto calmieratore dalla lotta alle frodi, grazie alla diffusione delle “scatole nere” (ormai installate su un quinto dei veicoli circolanti) e all’entrata in vigore a metà del 2016 dell’Archivio integrato antifrode”.

In crescita gli altri rami danni. Nel 2016 hanno segnato un incremento del 3% i premi relativi ai rami dnani diversi dall’auto. “La ragione è sia di mercato sia tecnologica”, sostiene il presidente dell’Ivass, “la concorrenza tra imprese comincia a spostarsi dal prezzo di una polizza alle prestazioni assicurative e ai servizi accessori. La tecnologia sospinge dispositivi come rilevatori di fughe di gas, allagamento, intrusione; sensori per la rilevazione dello stile di guida; programmi volti a promuovere il benessere psico-fisico individuale e altre forme di prevenzione. Le coperture per la responsabilità civile medica sono un caso particolare e sono state oggetto di una specifica rilevazione. Si tratta di un mercato già di oltre 600 milioni di euro, ma lo scorso anno le compagnie nazionali vi si sono affacciate poco: le polizze con gli ospedali pubblici, che sono oltre metà di questo mercato, sono stipulate quasi tutte da pochi operatori esteri (inglesi con casa madre negli Usa), operanti in Italia in regime di stabilimento. Le imprese italiane lamentano difficoltà a quantificare il rischio, incertezza legislativa, bassa profittabilità. Ne è nata una nuova legge, la Gelli sulla sicurezza delle cure e della responsabilità professionale del personale sanitario, che ha introdotto importanti avanzamenti”.

Le polizze vita dormienti. Il fenomeno delle polizze vita dormienti ha raggiunto in Italia dimensioni “rilevanti”,: “l'Ivass chiede al Governo 'che siano modificate norme di legge evidentemente imperfette”, sostiene Rossi, “ci sono 4 milioni di polizze scadute negli ultimi cinque anni che non sono state liquidate, pari ad almeno 4 miliardi di controvalore. Ivass suggerisce che le assicurazioni possano accedere all’istituenda Anagrafe nazionale della popolazione residente”. Le regole attuali prevedono invece che le polizze vita non reclamate dopo dieci anni vengano riscosse dallo Stato attraverso la Consap (Concessionaria servizi assicurativi pubblici, http://www.iomiassicuro.it/numeri-utili).

www.ivass.it