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RICERCA IPSOS-UNIPOL: LAVORATORI INSODDISFATTI DEI LORO STIPENDI

I lavoratori italiani sono insoddisfatti dei loro stipendi. Il dato emerge da una ricerca sul mercato del lavoro commissionata da Changes Unipol a Ipsos. 

Il malcontento è particolarmente diffuso al nord e al centro (47%), oltre che tra i giovani della generazione Z (51%), mentre nel Mezzogiorno i dipendenti sono più soddisfatti dei salari (solo il 28% non lo è), anche per il costo della vita più contenuto.

 

Voglia di andare via. La retribuzione resta comunque il primo fattore di scelta di un posto di lavoro; seguono, ma molto staccati, vicinanza a casa, stabilità dell'azienda, mansioni offerte e possibilità di bilanciare vita professionale e privata.

I salari sempre più bassi, in ogni caso, fanno crescere la voglia di cambiare posto, che è presente in un italiano su due; fra gli insoddisfatti, il 76% si sta guardando intorno e il 26% sta cercando attivamente un nuovo posto, mentre 41% (46% per la generazione Z) andrebbe anche all'estero.

 

Meglio ibrido. Il modello preferito di lavoro è quello ibrido, che piace al 51% degli uomini e al 53% delle donne. Resiste ancora il lavoro "tutto in ufficio" del tempo che fu, che è la formula preferita del 33% delle persone; fanalino di coda la modalità remota, al 15%

Quasi metà del panel (46%) ha anche espresso una preferenza per la settimana corta, a parità di ore e stipendio: la formula è particolarmente popolare tra donne e millennials.

 

Bilanciamento fra lavoro e vita privata. Il giudizio positivo su lavoro ibrido e settimana corta evidenzia una certa attenzione al bilanciamento fra attività professionale e vita privata, che incontra i favori del 70% (anche se solo l'11% ne è "molto" soddisfatto).

Il 10% dei dipendenti sarebbe persino disposto a rinunciare a una piccola percentuale della retribuzione per migliorare il work-life balance. La percentuale arriva al 30% comprendendo anche i lavoratori che lo farebbero certamente in futuro.