CLOSE

This website uses cookies. By closing this banner or browsing the website, you agree to our use of cookies. CLOSE

ASSICURAZIONI, QUESTE SCONOSCIUTE

"In Italia, il livello di cultura assicurativa è uno dei più bassi al mondo: gli italiani non sanno cosa possono assicurare o cosa dovrebbero assicurare". Ad affermarlo è Paolo Tanfoglio (nella foto), ceo dell'intermediario digitale Lokky, 

Secondo il top manager dell'intermediario digitale, il livello di cultura assicurativa è tra i più bassi al mondo e cita, a questo proposito, un'indagine Ivass che attribuisce all'Italia una media di 30,4 su una scala da 0 a 100. Un punteggio basso. Molto basso.

Su questo valore, dice Tanfoglio, "influiscono in diversa misura gli indici di conoscenza di base e quelli dei prodotti assicurativi, con punteggi rispettivamente di 40,6 e 20,1. Questi dati poco incoraggianti sottolineano quanto gli italiani siano poco informati sulle opportunità e le necessità assicurative".

 

Personalizzazione delle polizze, cos'era costei? Ma cosa contribuisce a creare questo gap culturale? "Tra le principali motivazioni", risponde Tanfoglio, "la mancanza di informazioni esaustive sui prodotti assicurativi e la poca fiducia nei confronti delle compagnie, ma soprattutto la scarsa digitalizzazione del settore. Il mondo assicurativo è ancora fortemente ancorato a modelli di business tradizionali, con offerte di prodotti standardizzati che spesso non rispondono alle specifiche esigenze del cliente. Secondo l'indagine Assicurazioni: il futuro è digital di Italian Insurtech Association, a livello globale le polizze digitali rappresentano il 32% del totale ma potrebbero arrivare all'83% entro il 2030, dato che dimostra il grande potenziale di crescita del settore. Non solo, dalla ricerca Consumatore digitale: come evolve la propensione verso l’offerta assicurativa, sempre condotta da Iia nel 2022, emerge che il numero di persone interessate ad acquistare polizze digitali è in sostanzioso aumento: sono il 77% contro il 45% pre-pandemia".

 

Differenze di approccio. Evidenti, afferma Tanfoglio, anche le differenze nell’approccio assicurativo tra l'Italia e gli altri paesi europei. Per esempio: la raccolta premi nei rami danni nel 2022 in Francia è pari a 104,9 miliardi di euro, in Germania a 88,6, mentre in Italia solo a 35,7 miliardi e in Spagna a 36,4. Nei rami vita invece: Francia (167,7 miliardi), Germania (150,2), Italia (95,9), Irlanda (48,8), Spagna (26,5 miliardi) e Lussemburgo (24,7). Questi dati dell’indagine sopra citata ci dimostrano come tutt’oggi ci siano nei diversi paesi percezioni differenti rispetto alla necessità di rivolgersi ai servizi assicurativi. Tendenzialmente, gli stati con una solida cultura del welfare state tendono a utilizzare meno le assicurazioni, pensiamo di contro a come il sistema sanitario degli Stati Uniti sia basato principalmente sulle polizze assicurative".

 

Poca formazione assicurativa. L’assenza di una formazione assicurativa solida e diffusa in Italia, prosegue Tanfoglio, "è ancora un argomento poco battuto e certamente in evoluzione. Tuttavia, una formazione assicurativa adeguata sarebbe utile per comprendere e definire necessità in uno scenario in continuo mutamento. Nelle scorse settimane, è emersa la proposta di una polizza anti-catastrofe obbligatoria a carico delle imprese in Italia. Questa soluzione prevede una franchigia limitata al 10%-15% del valore dei beni assicurati e tariffe di premio variabili in base al livello di rischio. Inoltre, è prevista una copertura statale fornita attraverso la Sace, che può arrivare fino al 50% degli eventuali pagamenti di indennizzo, con un massimale di 5 miliardi di euro per anno nel periodo dal 2024 al 2026. Questo rappresenta un passo fondamentale verso la protezione di individui e imprese in caso di eventuali eventi catastrofici, mettendo in evidenza l’importanza di disporre di un’assicurazione di questo tipo in un mondo sempre più incerto. Gli ultimi anni, con la pandemia, i conflitti internazionali, la crisi energetica e le recenti catastrofi naturali, ci hanno posto di fronte a nuove esigenze, anche assicurative, legate per esempio a spese mediche inaspettate, danni alle nostre abitazioni e necessità di salvaguardare il nostro patrimonio e l’attività imprenditoriale. La formazione assicurativa gioca un ruolo cruciale nel garantire che le persone comprendano pienamente i vantaggi e i dettagli delle polizze, e l'introduzione di questa manovra obbligatoria potrebbe rappresentare un passo significativo in questa direzione".

 

Obiettivo Onu. La cultura assicurativa, conclude il ceo di Lokky, "è così importante per il nostro benessere da essere uno dei principali obiettivi dell’Onu nei global goals dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile. A questo proposito, l’Ivass ha pubblicato una guida multimediale per orientarsi nel mondo assicurativo e comprenderne l’importanza. Questo strumento, rivolto sia a chi opera nel settore che ai cittadini, permette di capire meglio – attraverso quiz, pillole video, glossari, quaderni didattici e tanto altro – il mondo delle assicurazioni con l’obiettivo ultimo di aumentare la conoscenza sui prodotti e la consapevolezza sulla necessità di affidarsi a questi servizi".