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PENSIONI: ALLARGATE LE ATTIVITÀ USURANTI, INSERITI ALTRI QUATTRO PROFILI

Il lavoro faticoso anticipa il pensionamento: attenzione però a non fare confusione tra usurante e gravoso. Nel primo caso, gli interessati non devono aspettarsi nulla dalla discussione intavolata negli ultimi giorni tra Governo e sindacati perché godono già (dal 2011) del pensionamento anticipato. Mentre gli addetti a un lavoro ritenuto gravoso (individuato in undici specifiche attività) potranno contare, in presenza di determinati requisiti, solo sull’Ape sociale, un sussidio di accompagnamento alla pensione, entro un tetto di 1.500 euro lordi (circa 1.200 euro netti), per 12 mensilità e non rivalutabile in base dall’inflazione, interamente a carico dallo Stato: un aiuto economico  elargito a soggetti in stato di bisogno.

Alla richiesta dei sindacati di un blocco generalizzato dell’adeguamento demografico (meccanismo che porterebbe l’età pensionabile a 67 anni per tutti nel 2019), il Governo ha risposto offrendo in cambio la possibilità di inserire tra gli “usuranti”  (con conseguente congelamento dei requisiti) altri quattro profili lavorativi: siderurgici, braccianti agricoli, lavoratori marittimi e  pescatori. In pratica, le undici attività attualmente considerate per il pensionamento agevolato diverrebbero quindici

Lavori usuranti. Le categorie dei beneficiari sono quelle individuate nel 2011 (con il decreto legislativo n. 67), per esempio chi lavora in linea di catena o in galleria, chi esporta amianto, ecc. (l’elenco completo nella tabella sottostante). Ebbene, questi lavoratori possono continuare ad andare in pensione con il “vecchio” sistema delle quote: 61 anni e 7 mesi di età e 36 anni di contributi, oppure 62 anni e 7 mesi e 35 di contributi (in questi casi si contano anche le frazioni di anno). A questo proposito è bene rimarcare che, grazie alla Legge di Bilancio 2017, i precedenti requisiti non sono soggetti agli adeguamenti demografici (la speranza di vita) sino  a tutto il 2026Inoltre, non devono neppure più aspettare l’apertura della cosiddetta “finestra mobile”: 12 o 18 mesi dal perfezionamento dei requisiti stessi.

Gli interessati dovranno anche dimostrare di aver svolto le precedenti attività per almeno 7 negli ultimi 10 anni di lavoro oppure, in alternativa, per almeno la metà della vita lavorativa complessiva. Questi soggetti possono dunque avanzare richiesta di pensionamento anticipato (entro il primo maggio dell’anno  precedente a quello in cui si maturano i requisiti), perché la norma di riferimento (a eccezione delle 4 attività che dovranno essere aggiunte) è già  operativa e non necessita quindi di ulteriore attuazione.

La richiesta non è da confondere con la domanda di pensione che sarà presentata solo in un momento successivo, dopo la comunicazione da parte dell’Inps di accoglimento della domanda di accertamento di lavoro usurante. Peraltro, la presentazione della domanda oltre il termine previsto comporta, in caso di accertamento positivo dei requisiti, il differimento del diritto alla decorrenza da uno a tre mesi a seconda dei mesi di ritardo:

1) un mese, per un ritardo della presentazione massimo di un mese;

2) due mesi, per un ritardo della presentazione superiore aun mese e inferiore a tre mesi;

3) tre mesi per un ritardo della presentazione pari o superiore a tre mesi.

Lavori gravosi. Gli addetti alle mansioni gravose sono i dipendenti addetti alle 11 attività indicate nella Legge di Bilancio 2017 che al momento del pensionamento svolgono, da almeno 6 anni in via continuativa, attività lavorative per le quali è richiesto (testuale) “un impegno tale da rendere particolarmente difficoltoso e rischioso il loro svolgimento in modo continuativo”.

Si tratta più precisamente di:

1) operai dell'industria estrattiva e dell'edilizia;

2) conduttori di gru o macchinari mobili per la perforazione nelle costruzioni;

3) conciatori di pelli e pellicce;

4) conduttori di convogli ferroviari e personale viaggiante;

5) conduttori di mezzi pesanti e camion;

6) professioni sanitarie infermieristiche con lavoro organizzato in turni;

7) addetti all'assistenza personale di persone in condizioni di non autosufficienza (le badanti);

8) insegnanti della scuola dell'infanzia;

9) personale non qualificato addetto a servizi di pulizia;

10) facchini;

11) operatori ecologici e altri raccoglitori e separatori rifiuti.

Tutti costoro, se hanno compiuto i 63 anni di età e accumulato almeno 36 anni di contributi, possono accedere all’Ape sociale, ossia il sussidio (a carico dello Stato)  corrisposto dall’Inps sino all’età della pensione di vecchiaia. Come accennato, l’ultimo faccia a faccia tra Governo e sindacati pare orientato a un allargamento delle attuali undici attività, con l’aggiunta di altre quattro (siderurgici, braccianti agricoli, lavoratori marittimi e  pescatori). Si tratta di una platea di 15/20mila persone, per circa il 10% dei pensionamenti stimati per il 2019.  Inoltre, a quanto si dice, la proposta del Governo prevederebbe un’apposita commissione con Inps, Istat, Inail, i Ministeri della Salute, del Lavoro e dell'Economia e i sindacati, che lavori fino a giugno (o settembre), per definire meglio le differenze della speranza di vita in base al lavoro che si svolge. Una differenziazione dei requisiti previdenziali sulla base delle mansioni svolte, una sorta di “ dimmi che lavoro fai e ti dirò quando andrai in pensione” . Senza rinvio del decreto ministeriale atteso entro fine anno per l’innalzamento a 67 anni dell’età dal 2019. L'ipotesi dello stop, inoltre, sarebbe limitata al solo requisito anagrafico per la pensione di vecchiaia e non anche a quello contributivo (42 anni e 10 mesi) richiesto per la pensione anticipata che, quindi, dal 2019 continuerebbe a lievitare.