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TEMPI LUNGHI PER IL SOSTEGNO AI LAVORATORI AUTONOMI

Lavoratori autonomi condannati alla “pazienza”. Dopo un anno di polemiche tra il Governo e le associazioni di categoria, che da tempo lamentano un'esclusione dagli aiuti pubblici, l’ultima Legge di Bilancio (n. 178/2020) ha introdotto una serie d’interventi a loro favore. Sono in particolare tre: una nuova indennità denominata Iscro, l'anno bianco, e l'assegno unico familiare. E qui entra in ballo la pazienza. Tutte e tre, infatti, dovranno attendere ulteriori istruzioni operative prima di essere realmente efficaci

Iscro. Si tratta della nuova Indennità straordinaria di continuità reddituale: è una sorta di ammortizzatore sociale per le partite Iva iscritte alla Gestione separata Inps che subiranno cali di fatturato e con redditi bassi. Per ottenerla si dovrà infatti aver avuto un reddito non superiore a 8.145 euro nell'anno precedente a quello in cui si fa la domanda. Lo stesso reddito, inoltre, dev’essere inferiore del 50% rispetto alla media di quelli degli ultimi tre anni prima di quello in cui si è fatta la richiesta. Per chi rientrerà in queste condizioni, è previsto un sostegno che va dai 250 agli 800 euro al mese per sei mesi.

L'Iscro, però, non sarà a carico dello Stato: a finanziarla saranno le stesse partite Iva che vedranno un aumento dell'aliquota contributiva (vedi News del 19 gennaio, www.iomiassicuro.it/news/aumentano-i-contributi-inps-i-professionisti-senza-cassa). L'aumento sarà dello 0,26% nel 2021 e dello 0,51% per ciascuno degli anni 2022 e 2023. Le modalità con cui richiedere l'indennità saranno definite dall'Inps.

Anno bianco. La stessa legge di Bilancio ha istituito un fondo da un miliardo di euro che servirà a garantire un parziale sgravio dei contributi previdenziali. La misura sarà rivolta a tutte le tipologie di partite Iva (che siano iscritte a ordini professionali o meno) e prevede limiti reddituali ben precisi: potranno godere dell'esonero i professionisti con un reddito massimo di 50.000 euro nel 2019 e che nel 2020 abbiano subito un calo del fatturato di almeno il 33% rispetto al 2019.

La manovra ha quindi indicato i requisiti per accedere alla misura senza però specificare le percentuali degli sgravi che sono demandate, appunto, a uno o più decreti del Ministero del lavoro in concerto con quello dell’Economia. Nei giorni scorsi il Vice-ministro dell'Economia Antonio Misiani ha dichiarato che l'esonero riguarderà i minimali contributivi. Sarà comunque necessario attendere il decreto attuativo per capire l'entità del beneficio.

Assegno unico. Questa misura in realtà non è stata introdotta dalla Legge di Bilancio 2021, bensì da quella dell'anno prima che aveva istituito il fondo assegno universale e servizi alla famiglia. Dal 2021 verranno trasferite a questo fondo le risorse dedicate all'erogazione dell'Assegno di natalità (il cosiddetto Bonus bebè) e del Bonus asilo nido. Le ulteriori risorse del Fondo saranno indirizzate all'attuazione d’interventi in materia di sostegno e valorizzazione della famiglia, nonché al riordino e alla sistematizzazione delle politiche di sostegno alle famiglie con figli.

L'ultima legge di Bilancio ha soltanto aumentato lo stanziamento del fondo, di 3 miliardi di euro per il 2021 e 5,5 miliardi per il 2022. Come annunciato più volte da vari esponenti dell'esecutivo, i primi a partire dovrebbero essere proprio gli autonomi. Anche in questo caso, si attendono i decreti attuativi per capire modalità di fruizione e importi della misura. I primi decreti dovrebbero arrivare (forse) a primavera.

 

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