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PLATEA PIÙ AMPIA PER L’ASSEGNO ALLE FAMIGLIE CON FIGLI

Partirà dal prossimo primo luglio e l’importo erogato andrà da 50 a circa 250 euro al mese per ciascun figlio under 21 a carico. L’Assegno unico (detto anche universale), che interesserà anche gli autonomi e incapienti (chi percepisce poco e quindi non paga le tasse) entrerà nella Legge di Bilancio 2021. Grazie allo stanziamento aggiuntivo di 3 miliardi di euro per poi arrivare a 6 miliardi a regime nel 2022. Risorse che si andranno ad aggiungere al fondo ad hoc, istituito lo scorso anno. L’obiettivo della misura è prima di tutto mettere ordine tra tutti i sostegni per la famiglia: tra assegni, bonus e detrazioni, infatti, nel corso degli anni le risorse sono state disperse in tanti rivoli. Ora si concentreranno in un’unica soluzione. Come accade già in Europa, con misure come il Kindergeld in Germania o il Child benefit in Gran Bretagna.

Chi ne avrà dirittoA beneficiare dell’assegno unico universale saranno tutti i cittadini con figli a carico: dal settimo mese di gravidanza fino ai 21 anni di età.  Ne avranno diritto anche i cittadini comunitari ed extra-comunitari con permesso di soggiorno di lungo periodo (di lavoro o ricerca), residenti in Italia da almeno due anni, anche non continuativi. Il sostegno, come detto, non sarà solo per i lavoratori dipendenti. Rientreranno nella misura anche autonomi, liberi professionisti e disoccupati. La famiglia potrà scegliere di ricevere l’assegno, oppure ottenere un credito d’imposta.

Platea più larga. Si allarga così la platea dei nuclei familiari raggiunti dal welfare “diretto”, al di là dei 12 milioni di contribuenti che godono delle detrazioni fiscali per familiari a carico (in media 990 euro all’anno di sconto sull’Irpef). Attualmente, infatti, sono solo 4,2 milioni le famiglie raggiunte dagli Assegni per il nucleo familiare (Anf), il principale contributo attivo per chi ha figli fino ai 18 anni, destinato però ai soli dipendenti e pensionati. Infatti, oggi sono escluse 2,4 milioni di famiglie con reddito prevalente da lavoro autonomo. A loro, se i conti torneranno, l’assegno unico potrebbe essere anticipato già a gennaio 2021, con la Legge di Bilancio da approvare entro fine dicembre

Avvio lento. L’avvio dell’operazione non sarà immediato. “Sono richiesti dei tempi tecnici: per quanto anticipiamo la scrittura, il testo dovrà raccogliere il parere dei ministeri e passare al vaglio della Corte dei conti”, spiega Elena Bonetti, Ministro per le pari opportunità e la famiglia. Nella migliore delle ipotesi il disegno del provvedimento si concluderà verso marzo e aprile per poi partire con le erogazioni a luglio, mese in cui - tra l’altro - scade la tranche annuale degli assegni al nucleo familiare, la cui domanda di rinnovo viene fatta da sempre a inizio estate.

 Le cifre. L’assegno sarà composto da una quota universale, intorno ai 50-100 euro per ciascun figlio, cui si sommerà una quota variabile in base alla situazione economica del nucleo, fino ad azzerarsi intorno a 50-60mila euro di Isee (soglia sotto la quale si arriva a coprire circa il 90-95% delle famiglie). Saranno poi previste maggiorazioni dal terzo figlio in poi e per i disabili.

Sembra ragionevole la quantificazione di circa 200-250 euro a figlio per le fasce medio-basse di reddito, se confrontata con quanto percepiscono oggi tra detrazioni e assegni al nucleo familiare. Da uno studio del quotidiano economico Sole 24 ore risulta che, ipotizzando un reddito medio annuo imponibile che va da 15mila a 70mila euro, oggi una coppia con un figlio può arrivare a percepire da 234 a 41,7 euro circa al mese tra sconti sull’Irpef (proiettando sul mese la detrazione media annua) e assegni. Cifre che con due figli passano da 352 euro a 58 euro, e con tre da 469 a 114 euro al mese.

 

www.famiglia.governo.it