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SECONDO GLI ATTUARI LA PENSIONE ALLUNGA LA VITA

Per chi riceve una pensione, l’aspettativa di vita è più alta rispetto alla media generale della popolazione: 83/86 anni gli uomini e 87/90 anni le donne. Nel 2045 gli uomini arriveranno mediamente a 88 anni e le donne a 92. La speranza di vita a 65 anni è più alta per chi riscuote una pensione, rispetto alla media generale della popolazione italiana.

E’ questo, in sintesi, il risultato dello studio La mortalità dei percettori di rendita in Italia, realizzato dall’Ordine degli attuari e presentato oggi a Roma presso la sede dell’Inps (nella foto il presidente Tito Boeri). Negli ultimi dieci anni osservati fino al 2011, la speranza di vita dei pensionati sessantacinquenni è aumentata, passando mediamente da 17/20 anni a 18/21 anni per gli uomini, e da 20/23 anni a 22/25 anni per le donne.: questo significa una vita media per gli uomini di 83/86 anni e di 87/90 anni per le donne. Vita media destinata ad allungarsi da qui al 2045: secondo le proiezioni dello studio degli attuari, infatti, a quella data i pensionati uomini vivranno mediamente 88 anni e le donne arriveranno a 92: gli uni e le altre circa un anno in più rispetto alla media generale della popolazione. Per arrivare a questi numeri, il team dell’Ordine degli attuari ha preso in esame 15 milioni di dati, di cui dieci milioni riferiti alle pensioni di vecchiaia e il resto a pensioni d’invalidità e superstiti; L’iniziativa, coordinata dall’Ordine degli Attuari, ha coinvolto i principali enti erogatori di rendite in Italia, tra cui Inps e Inail (Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro). 

La situazione attuale. Come detto, negli ultimi dieci anni, guardando alle pensioni di vecchiaia, la mortalità dei percettori di rendita, sia  per gli uomini e in modo più marcato per le donne, è risultata inferiore rispetto a quella della popolazione generale, In particolare, con punte del 20-25%, nelle età prossime al pensionamento; la mortalità risulta più bassa se si calcola in base all’importo delle pensioni piuttosto che in base al numero. La minore mortalità dei pensionati ha riguardato, con intensità diverse, tutte le attività: dipendenti, lavoratori autonomi, lavoratori del settore dello spettacolo e dello sport, avvocati, medici, ragionieri e periti commerciali, agenti e rappresentanti di commercio. In via generale si osserva una maggiore durata residua di vita per i medici, seguiti dai dipendenti pubblici e dagli avvocati.

Invalidi e superstiti. Vivono meno, invece, gli invalidi e i superstiti: guardando infatti ai trattamenti di invalidità, sempre nell’ultimo decennio, la mortalità sia per gli uomini che per le donne è molto più elevata di quella della popolazione generale. In particolare per le donne (anche fino a dieci volte) e nei primi due anni da quando si è colpiti dall’invalidità (anche fino a venti volte). Considerando, infine, le pensioni di reversibilità, la mortalità, sia per gli uomini che per le donne, è più elevata di quella della popolazione generale (più marcata per i primi).

Le proiezioni. Se si considerano i dipendenti privati e autonomi insieme, la durata di vita residua a 65 anni per gli uomini si attesta nel 2045 tra i 23 e i 23,5 anni (quindi tra gli 88 e gli 88,5 anni di età), leggermente superiore al dato della stima Istat sulla popolazione generale (circa 22 anni - 87 anni di età).  Nel 2045 per le donne la durata di vita residua a 65 anni si attesta a poco meno di 27 anni  (quindi 92 anni di età). Anche in questo caso, un dato leggermente superiore alla stima Istat sulla popolazione generale (26 anni - 91 anni di età). Stando alle proiezioni degli attuari, si rileva inoltre, sempre al 2045, una tendenza a una maggior longevità dei lavoratori autonomi rispetto ai dipendenti. 

Presentando in apertura i dati più significativi, il presidente del Consiglio nazionale degli attuari Giampaolo Crenca ha sottolineato che da oggi “lo studio è a disposizione del Paese, del Governo, delle Autorità di vigilanza e di tutti gli operatori della previdenza; a breve l’intero studio sarà disponibile sul sito dell’Ordine degli attuari, www.ordineattuari.it.