CLOSE

This website uses cookies. By closing this banner or browsing the website, you agree to our use of cookies. CLOSE

PENSIONI, RISCATTO DELLA LAUREA SCONTATO PER GLI UNDER 45

Chi non ha ancora compiuto 45 anni e ha cominciato a lavorare dopo il 31 dicembre 1995, potrà riscattare il corso di laurea per raggiungere prima la pensione a prezzo scontato, al costo di 5.240 euro per ogni anno da recuperare. Questa possibilità, prevista dal cosiddetto “decretone” che introduce la “Pensione quota 100”, consente in pratica di portare a termine l’operazione recupero degli anni di università, allo stesso costo forfettario finora concesso solo ai laureati che ancora non hanno cominciato a lavorare. In sede di conversione del decreto legge, però il limite potrebbe essere elevato a 50 anni, come ha detto il Vice-ministro del Lavoro Claudio Durigon.

Secondo la Fondazione studi dei consulenti del lavoro, il “riscatto agevolato” può essere molto conveniente rispetto a quello ordinario. Per esempio, se un lavoratore guadagna 42 mila euro lordi l’anno, con il riscatto “ordinario” dovrebbe versare all’Inps 13.860 euro per ogni anno da recuperare, rispetto ai 5.240 che verserebbe con il “riscatto agevolato”.  Riscattando 5 anni pagherebbe 69.300 euro (13.860 per 5), ossia il 164% in più della cifra forfettaria di 26.200 euro (5.240 per 5).

La pensione resta ferma. Chi per pagare meno sceglie il riscatto agevolato previsto dal decreto deve considerare una cosa molto importante.  Sì, perché, cosi dice la norma, questo è valido solo ai fini di aumentare gli anni di contribuzione che servono per i requisiti di pensionamento. E non anche a far salire l’importo della pensione, come avviene invece quando si paga il riscatto ordinario. Insomma, il riscatto agevolato può essere utile per recuperare tempo, cioè per accumulare, per esempio, anzianità per raggiungere prima il requisito richiesto per la pensione anticipata indipendentemente dall’età: 42 anni e 10 mesi di versamenti (41 anni e 10 mesi per le donne).

Il paletto dei 45 anni. Il limite dei 45 anni (o eventualmente di 50), oltre cui non si potrà accedere al riscatto agevolato, è stato posto per restringere sostanzialmente la platea ai lavoratori che ricadono in tutto o quasi nel sistema contributivo, partito il primo gennaio del 1996. Ma anche se uno avesse cominciato a lavorare prima, potrà chiedere il riscatto agevolato solo per periodi successivi al 1995 (corsi di laurea, dottorato di ricerca privo di contribuzione, eccetera). Aver ristretto la platea agli under 45, esclude inoltre che il riscatto possa servire ad accedere alla pensione anticipata con “Quota 100”, perché per questa servono 62 anni d’età oltre a 38 anni di contributi.

Buchi contributivi. Sempre a proposito di riscatti, va segnalato che oltre che per il corso di laurea, il decreto contiene norme che consentono, in via sperimentale, per il triennio 2019-2021, il recupero di periodi scoperti di contribuzione, fino a un massimo di cinque anni. Questa possibilità interessa lavoratori stagionali o che hanno comunque una carriera lavorativa discontinua. Ma anche qui il decreto restringe la platea, stabilendo che essa riguarda solo i lavoratori che hanno cominciato a versare dopo il 31 dicembre 1995. Il riscatto costerà il 33% dell’ultima retribuzione annuale e sarà pagabile in 60 rate senza interessi. L’onere si potrà detrarre al 50% dall’Irpef in cinque quote annuali. Nel settore privato a questa forma di riscatto, le aziende potranno destinare i premi di produzione spettanti al lavoratore, anche qui con agevolazioni fiscali a favore dell’impresa.

Al riscatto della laurea è dedicato lo speciale al seguente link, www.iomiassicuro.it/speciali/speciale-riscatto-degli-anni-di-laurea-2018.

www.inps.it

Leonardo Comegna