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PENSIONI, QUOTA 100 ENTRA IN VIGORE OGGI

Entra in vigore oggi il decreto legge sulla famosa Quota 100, che prevede la possibilità di andare in pensione con 38 anni di contributi e 62 di età. Il cosiddetto Decretone (numero 4/2019) è stato infatti pubblicato ieri sulla Gazzetta ufficiale. Nel provvedimento ci sono anche il congelamento dei requisiti richiesti per la pensione anticipata (con l’aggiunta della finestra di 3 mesi, per tutti, pubblici e privati) e la proroga dell’Ape sociale e dell’Opzione donna.  Ma vediamo in dettaglio tutte le novità in arrivo.

Un assegno un po’ più magro. Quota 100 vale solo per il triennio 2019-2021, poi si vedrà. Nel 2019, il primo assegno Inps i dipendenti del settore privato (compresi gli artigiani, commercianti e coltivatori diretti) lo vedranno il primo aprile, mentre i dipendenti pubblici lo intascheranno il primo di agosto. Sono state infatti ripristinate le cosiddette “finestre”: 3 mesi per i privati e 6 mesi per i pubblici.

Il provvedimento non prevede alcuna penalizzazione diretta per chi andrà in pensione con Quota 100.  Ovviamente, la normale applicazione dei metodi di calcolo della pensione darà luogo a un assegno più magro: è infatti evidente che uscendo prima dall’attività lavorativa, si abbiano meno anni di contribuzione. Non solo, il coefficiente di calcolo applicato, sarà più basso per le età più giovani, perché il montante accumulato dovrà appunto essere spalmato su più anni di erogazione. Questi tagli comunque si riducono attualizzando la pensione con “quota 100”, e cioè tenendo conto del fatto che la si percepirà per più tempo.

Vietato lavorare. Per l’assegno con “Quota 100” è previsto il divieto di cumulo con redditi da lavoro occasionale superiori a 5 mila euro l’anno. Il divieto durerà fino alla data in cui il pensionato raggiungerà l’età per la pensione di vecchiaia, i 67 anni. Questa condizione dovrebbe scoraggiare una parte degli aventi diritto: soprattutto chi possiede un’elevata professionalità che, come si sa, una volta andato in pensione si dedica a prestare consulenze.

Pensione anticipata. Stop alla speranza di vita, almeno per la pensione anticipata. Il decreto dispone la cancellazione dell'adeguamento all'aspettativa di vita del requisito unico previsto per la pensione anticipata (ex pensione d'anzianità), cristallizzandolo a 41 anni e 10 mesi alle donne, a 42 anni e 10 mesi agli uomini.

La porta d'accesso alla rendita, però, si aprirà trascorsi tre mesi dalla maturazione dei requisiti.  A differenza di quanto stabilito per la quota 100. Non sono previste distinzioni tra dipendenti pubblici e privati: anche i dipendenti del pubblico impiego dovranno quindi attendere tre mesi e non sei mesi dalla data di maturazione dei requisiti. Questo discorso non vale per chi ha maturato i requisiti entro il 31 dicembre 2018 perché non è coinvolto nel meccanismo dello slittamento, quindi mantiene la disciplina precedente (senza finestre).

Lavoratori precoci. I cosiddetti “precoci”, ossia coloro che possono far valere un anno di lavoro effettivo prima dei 19 anni di età, potranno uscire con 41 anni di contributi, ma con un posticipo di tre mesi. In sostanza si perdono solo due mesi rispetto alla normativa precedente. Tra i requisiti ci sono quelli di svolgere attività particolarmente faticose, oppure essere “care givers” (assistere un familiare inabile), invalido civile almeno al 74% o disoccupato che abbia esaurito la Naspi e passato un ulteriore trimestre di inoccupazione. L’assegno è calcolato con il sistema misto o retributivo ed è liquidato dopo tre mesi dalla data di maturazione dei requisiti.

Più facile riscattare la laurea. Via libera al riscatto agevolato del periodo di laurea entro i 45 anni, ma anche alla facoltà di “recupero” di periodi non coperti da contribuzione, con una detraibilità dell’onere del 50%.  Il decreto prevede, in via sperimentale, per il triennio 2019-2021, la facoltà di riscattare in tutto o in parte i periodi “scoperti” non soggetti a obbligo contributivo e che non siano già coperti da contribuzione, comunque versata e accreditata, presso forme di previdenza obbligatoria. Questi periodi possono essere riscattati nella misura massima di cinque anni, anche non continuativi.

La facoltà esercitata a domanda del lavoratore o dei suoi superstiti,  parenti e affini entro il secondo grado. L’onere è determinato, in riferimento al livello minimo imponibile annuo degli iscritti alla gestione commercianti Inps (15.878 euro nel 2019). Per cui, peresempio, chi intende riscattare la laurea breve di 3 anni, per sapere cosa dovrà sborsare, è sufficiente che applichi il 33% (aliquota contributiva obbligatoria dei dipendenti) a 15.878 e moltiplichi per tre. Risultato: 15.720 euro.

L’onere così determinato è detraibile dall’imposta lorda nella misura del 50% con una ripartizione in 5 quote annuali costanti e di pari importo nell'anno di sostenimento e in quelli successivi. Per i lavoratori del settore privato l’onere per il riscatto può essere sostenuto dall’azienda dell’assicurato destinando, a questo fine, i premi di produzione spettanti al lavoratore stesso. Il versamento dell’onere può essere effettuato in unica soluzione oppure in un massimo 60 rate mensili, ciascuna di importo non inferiore a 30 euro.

Opzione donna. Viene prorogata di un anno la cosiddetta “Opzione donna”, la possibilità di ottener la pensione prima, ma con il meno vantaggioso metodo di calcolo “contributivo. Sono interessate le lavoratrici dipendenti nate entro il 31 dicembre 1960 e le autonome entro il 31 dicembre 1959, purché abbiano maturato almeno 35 anni di contributi entro il 31 dicembre 2018. Continua a essere applicata la finestra mobile di 12 mesi per le dipendenti e di 18 mesi per le autonome. Se i 35 anni di contributi sono stati perfezionati nel giugno 2018 la prima finestra si aprirà quindi il primo luglio 2019, se si tratta di lavoratrice dipendente, il primo gennaio 2020, nel caso di un’autonoma. Come detto, la scelta non certoè indolore poiché il calcolo “contributivo” genera spesso una importante riduzione dell'assegno (una penalizzazione intorno al 20-30%) che rimarrà poi per tutta la vita.

Ape sociale. Il provvedimento contiene anche la proroga per un anno dell’Ape sociale che è scaduta il 31 dicembre 2018. E’ una sorta di pre-pensione assistenziale che si può ottenere a partire dai 63 anni per coloro che si trovano in condizioni di disagio o svolgono attività considerate gravose (15 categorie). Possono chiederla i disoccupati da oltre 3 mesi, coloro che assistono familiari disabili, persone con invalidità pari almeno al 74% e chi svolge lavori gravosi: operai edili, autisti di gru e macchine per l’edilizia, conciatori, macchinisti e personale viaggiante, autisti di mezzi pesanti, infermiere e ostetriche ospedaliere turniste, badanti, maestre d’asilo, facchini, personale addetto ai servizi di pulizia, operatori ecologici. Nel 2018 sono stati aggiunte altre figure professionali: operai siderurgici e del vetro, operai agricoli, marittimi e pescatori. Per accedere all’anticipo gratuito occorre avere un minimo di 30 anni di contributi che diventano 36 per chi è impiegato in lavori gravosi.

Liquidazione dipendenti pubblici. I dipendenti pubblici che faranno ricorso a quota 100, rischiano di dover aspettare anche fino a otto anni per ricevere la buonuscita.  Il decreto (articolo 23) stabilisce infatti che il diritto alla liquidazione della buonuscita viene conseguito al momento in cui matureranno i requisiti ordinari di accesso alla pensione di vecchiaia, ossia una volta raggiunti 67 anni. Peraltro, la buonuscita è liquidata per intero solo fino a 50 mila euro; quando è d'importo superiore ai 50 mila e fino a 100 mila euro, viene liquidata in due rate annuali (con ritardo, quindi, di 12 mesi); quando l'importo supera i 100 mila euro, in tre rate annuali. Insomma, il dipendente pubblico che ha diritto a una buonuscita di oltre 100 mila euro, se va in pensione con quota 100 (a 62 anni d'età e 38 anni di contributi), per incassare l’intera somma che gli spetta deve aspettare i 70 anni.

Per ovviare a questa conseguenza il decreto prevede la possibilità di richiedere un prestito di una somma fino a un massimo di 30 mila euro, da restituire con la maggiorazione d'interessi tra 1,2% e 2,2%. La restituzione, capitale e interessi, avverrà mediante una trattenuta operata dall'Inps al momento dell'effettiva erogazione della liquidazione spettante.

 

I nuovi requisiti per il pensionamento

Lavoratore

Maturazione quota 100

Apertura finestra

Dipendente privato

62 anni e 38 di contributi al 31-12-2018

1° aprile 2019

Artigiani, Commercianti e coltivatori diretti

62 anni e 38 di contributi al 31-12-2018

1° aprile 2019

Dipendente privato

62 anni e 38 di contributi dal 1-1-2019

1° giorno del trimestre successivo

Artigiani, Commercianti e coltivatori diretti

62 anni e 38 di contributi dal 1-1-2019

1° giorno del trimestre successivo

Dipendente pubblico

62 anni e 38 di contributi al 31-12-2018

1° agosto 2019

Dipendente pubblico

62 anni e 38 di contributi dal 1-1-2019

1° giorno del semestre successivo

Settore scuola

62 anni e 38 di contributi entro il 31-12-2019

1° settembre 2019 (domanda entro 28-2-2019)

 

www.gazzettaufficiale.it

www.inps.it

Leonardo Comegna