CLOSE

This website uses cookies. By closing this banner or browsing the website, you agree to our use of cookies. CLOSE

PENSIONI: IN ARRIVO IL DECRETO, PRONTA A PARTIRE L’APE SOCIALE

Al via l’Ape sociale. Il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni ha finalmente firmato il tanto atteso decreto sull’anticipo pensionistico esente da oneri. Con la firma del decreto attuativo, lo strumento dovrebbe essere operativo in tempo per far partire l’anticipo pensionistico secondo il calendario previsti dalla Legge di Stabilità, e cioè, in via sperimentale dal primo maggio 2017 al 31 dicembre 2018. Come si è notato, abbiamo usato il condizionale, in quanto per essere effettivamente operativo, il provvedimento in questione deve ancora superare l’esame del Consiglio di stato, per poi approdare sulla Gazzetta ufficiale. Secondo le stime del Governo, la platea di lavoratori interessati all’Ape sociale dovrebbe essere di circa 30-35mila unità nel 2017, per una spesa di circa 300 milioni. Ma vediamo intanto quali sono i lavoratori interessati: che, in tutti i casi, come per le altre forme di Ape (volontaria e aziendale) dovranno avere almeno 63 anni.

Quattro profili. Riservata ad alcune categorie di lavoratori, l'Ape sociale si differenzia dalla “volontaria” (che prevede un prestito oneroso che dovrà essere restituito nell’arco di vent’anni) per la previsione di oneri a carico dello Stato. Ne potranno usufruire i disoccupati e i senza reddito; gli occupati in lavori pesanti o con alto rischio per infortuni; in particolari condizioni di salute (invalidi) e occupati per la cura di familiari di primo grado conviventi con disabilità grave. Si tratta, più precisamente

1) di coloro che si trovano in stato di disoccupazione e che abbiano esaurito l’indennità Inps da almeno tre mesi;

2) dei lavoratori che assistono, da almeno sei mesi, il coniuge o un parente di primo grado convivente con handicap in situazione di gravità (riconosciuti dalla legge n.104/1992); 

3) gli invalidi con una riduzione della capacità lavorativa (riconosciuta dall’Asl) almeno pari al 74% .

Nei confronti di coloro che rientrano in queste tre categorie è richiesta un’anzianità contributiva minima di trent’anni. Alla quarta, cui è richiesto un minimo di 36 anni di contributi, appartengono, infine, i dipendenti che svolgono da almeno sei anni in via continuativa attività per le quali è richiesto un impegno difficoltoso e rischioso,  ossia:

1) operai dell'industria estrattiva, dell'edilizia e della manutenzione degli edifici;

2) conduttori di gru, di macchinari mobili per la perforazione nelle costruzioni;

3) conciatori di pelli e pellicce; conduttori di convogli ferroviari e personale viaggiante;

4) conduttori di mezzi pesanti e camion;

5) professioni sanitarie infermieristiche e ostetriche ospedaliere con lavoro organizzato in turni;

6) addetti all'assistenza personale di persone in condizioni di non autosufficienza (badanti);

7) insegnanti di scuola pre-primaria;

8) facchini, addetti allo spostamento merci e assimilati;

9) personale non qualificato addetto a servizi di pulizia;

10) operatori ecologici e altri raccoglitori e separatori rifiuti.

L'Ape sociale consisterà in un trattamento assistenziale, tassato come reddito assimilato al lavoro dipendente,  di importo non superiore a 1.500 euro al mese (non è soggetto a rivalutazione) che accompagnerà le quattro categorie sopra individuate al raggiungimento della pensione.

La domanda. Per avvalersi dell’Ape sociale bisognerà fare domanda all’Inps tra il primo maggio e il 30 giugno per rientrare nella prima finestra utile di pagamento della prestazione, che dovrebbe scattare tra settembre e dicembre. L’anno prossimo, invece, le richieste di accesso all’Ape gratuita dovranno essere presentate tra il primo gennaio e il 30 marzo per la finestra dei pagamenti che si apre in giugno. La misura, come detto, ha una natura sperimentale, il che significa che solo dopo la prossima Legge di Bilancio si saprà se il Governo intenderà renderla strutturale. 

www.inps.it