CLOSE

This website uses cookies. By closing this banner or browsing the website, you agree to our use of cookies. CLOSE

VIA LIBERA ALL’APE VOLONTARIO, MA MANCANO LE INTESE CON ABI E ANIA

Con la pubblicazione in Gazzetta ufficiale del previsto Decreto della Presidenza del Consiglio dei ministri (in vigore dal 18 ottobre), si avvia la fase finale che porterà all’operatività dell’anticipo pensionistico volontario. Il decreto, per quanto atteso, non consente però il definitivo decollo della misura contenuta nella Legge di Bilancio 2017. Infatti, mancano ancora le convenzioni con il settore bancario e assicurativo con cui dovranno essere regolati i tassi d’interesse e gli altri aspetti operativi. Convenzioni che, a loro volta, entro i prossimi 30 giorni dovranno essere pubblicate in Gazzetta ufficiale. Per poter presentare le relative istanze occorrerà attendere diverso tempo.

Verso fine novembre, dunque, i lavoratori (300mila secondo le stime del Governo) potranno chiedere, anche retroattivamente dal primo maggio scorso, il prestito-ponte che permette di anticipare l’uscita dal lavoro fino a tre anni e 7 mesi rispetto all’età pensionabile: con un costo di circa il 4,5% per ogni anno di anticipo, per un totale di circa il 18-20% per il massimo dell’uscita anticipata. Ma vediamo, in sintesi, il meccanismo di funzionamento del congegno, utilizzando le prime istruzioni per l’uso messe a punto dell’Inps.

Ape volontario. A differenza dell’Ape sociale, che è una prestazione assistenziale gratuita destinata a categorie di cittadini in condizioni disagiate, l’Ape volontario è un vero e proprio prestito oneroso, erogato da una banca in quote mensili per 12 mensilità e garantito dalla pensione di vecchiaia che il beneficiario otterrà alla maturazione del diritto. L’Ape volontario può essere richiesto dai lavoratori dipendenti e autonomi (artigiani, commercianti): sono esclusi i liberi professionisti iscritti alle Casse private.

Per accedere al prestito è necessario avere, al momento della richiesta, i seguenti requisiti:

1) almeno 63 anni di età e 20 anni di contributi;

 2) maturare il diritto alla pensione di vecchiaia entro 3 anni e 7 mesi;

3) importo della futura pensione mensile pari o superiore a 1,4 volte il trattamento minimo Inps (703 euro mensili, compresa la rata di ammortamento).

Non è richiesta la cessazione dell’attività lavorativa, per cui si può anche continuare a versare contributi. E se aumenta l’età pensionabile con l’adeguamento all’aspettativa di vita, si potrà chiedere un finanziamento supplementare. Il prestito, erogato da una banca scelta dal lavoratore tra quelle che aderiranno agli accordi-quadro tra ministero dell’Economia e Abi (Associazione bancaria italiana), è restituito in 260 rate in un periodo di 20 anni attraverso una trattenuta sulla pensione. È comunque prevista la possibilità di estinzione anticipata del prestito. L’operazione è coperta da una polizza assicurativa, scelta dall’interessato tra le compagnie aderenti all’accordo con Ania che, in caso di decesso del lavoratore, verserà alla banca il debito residuo. L’eventuale pensione ai superstiti viene quindi corrisposta senza decurtazioni

Misura del prestito. Il prestito è commisurato alla pensione di vecchiaia maturata. L’importo minimo è di 150 euro mensili, mentre l’importo massimo è legato alla durata dell’Ape:

1) se l’anticipo è superiore a tre anni si potrà chiedere fino al 75% della pensione;

2) se è compreso tra 24 e 36 mesi, l’80%;

3) tra 12 e 24 mesi l’85%;

4) se è meno di 12 mesi si arriva al 90%.

Per ottenere l’Ape, il lavoratore chiede innanzitutto all’Inps la certificazione del diritto alla pensione. L’Inps verifica i requisiti e comunica al richiedente l’importo minimo e massimo del prestito ottenibile. Il soggetto, a quel punto, presenta all’Inps la domanda e stipula il contratto di prestito con la banca prescelta. 

I costi. Vanno da un minimo del 4,2% a un massimo del 4,6% per ogni anno di anticipo. È quanto risulta dalle ultime simulazioni sviluppate dai tecnici di Palazzo Chigi. Secondo quanto prospettato, dunque, considerando che la durata massima dell’anticipo pensionistico è pari a 3 anni e 7 mesi, la penalizzazione massima complessiva per l’Ape dovrebbe attestarsi tra il 15% e il 17% della pensione. Le simulazioni, che ipotizzano una durata del prestito pari a 20 anni, un tasso di finanziamento del 2,7-2,8% e un premio assicurativo pari al 30-32% del capitale, potrebbero però cambiare a seconda di quanto verrà stabilito dagli accordi quadro con le banche e le assicurazioni. Le ipotesi tengono comunque conto della commissione per il fondo di garanzia (pari all’1,6%), e della detrazione fiscale del 50% sulla quota pari a un ventesimo degli interessi e del premio assicurativo, come indicato dalla legge.

 

Le soglie massime dell’Ape volontaria

Mesi di anticipo richiesti

% di assegno massima richiedibile

Da 6 a 11 mesi

90%

Da 12 a 23 mesi

85%

Da 24 a 35 mesi

80%

Da 36 a 43 mesi

75%

www.inps.it