CLOSE

This website uses cookies. By closing this banner or browsing the website, you agree to our use of cookies. CLOSE

LAVORO: MENO POSTI STABILI, CONTINUA IL BOOM DEI VOUCHER

Si riduce l’effetto Jobs act: lo si ricava dall’ulteriore frenata  dei contratti stabili. Nei primi cinque mesi dell’anno, il saldo fra le nuove assunzioni a tempo indeterminato e le cessazioni è stato di 82.071 unità. Il dato, rilevato dal periodico Osservatorio Inps (nella foto il presidente Tito Boeri), è peggiore del 78% rispetto al saldo positivo di 379.282 contratti stabili dei primi cinque mesi 2015 e risente in modo evidente della riduzione degli incentivi per le assunzioni stabili, dato peraltro peggiore anche del 2014. Ed è lo stesso documento dell’Inps a sottolineare come il rallentamento sia dovuto all’affievolirsi dell’effetto Jobs act, e in particolare dello sconto sui contributi. Aumenta invece il ricorso al voucher utilizzato per il pagamento del lavoro accessorio.

Meno posti stabili. A causa delle dinamiche descritte, nel periodo gennaio-maggio il saldo tra assunzioni e cessazioni è stato pari a più 82mila, decisamente inferiore a quello del corrispondente periodo del 2015: questa differenza è dovuta totalmente alle posizioni di lavoro a tempo indeterminato.  Per i contratti a tempo determinato, nei primi cinque mesi del 2016, si registrano un milione e 441mila assunzioni, in linea con gli anni precedenti (più 0,6% sul 2015 e più 1,2% sul 2014). Le assunzioni con contratto di apprendistato sono state 90mila (più 10,4% sul 2015). Le cessazioni complessivamente risultano diminuite dell’8,9%. Nei primi cinque mesi del 2016 le assunzioni con esonero contributivo biennale sono state pari a 159mila, le trasformazioni di rapporti a termine che beneficiano del medesimo incentivo ammontano a 43mila, per un totale di 202mila rapporti di lavoro agevolati. Si tratta del 30% delle assunzioni/trasformazioni a tempo indeterminato, una percentuale pari alla metà di quella registrata con l’esonero contributivo triennale nel corso del 2015 (60,8%).

Incentivi ridotti. E’ lo stesso Inps a sottolineare che con la legge di stabilità 2016 è stata introdotta una nuova e meno generosa forma di incentivo rivolta alle assunzioni a tempo indeterminato e alle trasformazioni di rapporti a termine di lavoratori che, nei sei mesi precedenti, non hanno avuto rapporti a tempo indeterminato. L’agevolazione prevede l’abbattimento dei contributi previdenziali per la quota a carico del datore di lavoro (esclusi i premi Inail), per due anni, in misura pari al 40%, entro il limite annuo di 3.250 euro. Il limite in vigore nel 2015, valido per tre anni (un anno in più quindi) era pari a 8.060 euro. Insomma, dice ancora l’Inps, i cosiddetti contratti a tutele crescenti firmati l’anno scorso garantiscono alle imprese il taglio del 100% dei contributi da versare, per cui il rallentamento andava messo in conto.

Boom dei voucher. Continua invece in maniera incessante la crescita dei voucher, i buoni destinati al pagamento delle prestazioni di lavoro accessorio, del valore nominale di 10 euro. Nel periodo gennaio-maggio 2016 ne sono stati venduti 56,7 milioni, con un incremento del 43% rispetto ai primi cinque mesi del 2015. Nello stesso periodo del 2015, la crescita dell’utilizzo dei voucher, rispetto al 2014, era stata pari al 75,2%.

Cosa sono i voucher. I voucher Inps sono buoni che servono a pagare prestazioni di lavoro accessorio, cioè un’attività che dà luogo a compensi non superiori a 7mila euro (che a lordo corrispondono a 9.333 euro) l’anno. Attenzione però: 7.000 euro netti (9.333 euro lordi) l'anno sono il totale che il singolo lavoratore può incassare, ma c'è il limite di 2.000 euro netti (2.693 lordi) l'anno che può percepire da un singolo committente. Possono svolgere prestazioni di lavoro occasionale discontinuo accessorio (e quindi venire retribuiti con i voucher) i pensionati, gli studenti nei periodi di vacanza e nei weekend (gli universitari sempre), ilavoratori in part-time, i percettori di prestazioni integrative del salario (soggetti in cassa integrazione o in mobilità), o i disoccupati. Nel settore agricolo si possono utilizzare i voucher solo nelle attività stagionali effettuate da pensionati o studenti e under 25.

Nessun rapporto. Per avvalersi di prestazioni straordinarie non occorre instaurare alcun rapporto di lavoro, ma è sufficiente acquistare un carnet di buoni presso l’Inps o in numerose tabaccherie. Il valore nominale di ogni singolo buono è di 10 euro, che comprende i contributi a favore della gestione separata Inps (il fondo di previdenza dove sono inseriti i famosi co.co.co.), nella misura del 13%, di quella in favore dell'Inail (7%) e di una quota pari al 5% per la gestione del servizio. Per il lavoratore, quindi, il valore netto del voucher da 10 euro nominali scende a 7,50 euro.  I voucher possono essere riscossi presso tutti i rivenditori autorizzati (uffici postali, tabaccherie, ecc.) dal secondo giorno successivo alla fine della prestazione di lavoro occasionale, per un importo massimo di 500 euro per operazione. Per incassare, il lavoratore deve presentarsi con la propria tessera sanitaria o il tesserino del codice fiscale.

Colf occasionale. Un discorso a parte va fatto nell’ambito del lavoro domestico. In questo caso il ricorso ai voucher, può essere effettuato solamente per quelle attività che, per la loro natura occasionale e accessoria, fino ad alcuni anni fa non avevano alcuna tutela previdenziale e assicurativa. Ne restano esclusi, quindi, i rapporti di lavoro domestico continuativi, anche se per un numero molto limitato di ore. In pratica, si possono usare i voucher, per esempio, solo per il ricorso “una tantum” a una baby-sitter per esigenze occasionali (una cena, una serata a teatro ecc.) del genitore; la necessità di una donna/uomo  per le “pulizie di Pasqua” ; il ricorso a un uomo di fatica per lo sgombero di una cantina; il ricorso a un giardiniere per la potatura stagionale delle piante. 

www.inps.it