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IL 61% DELLE FAMIGLIE ITALIANE FATICA AD ARRIVARE A FINE MESE

La crisi morde di meno rispetto a qualche anno fa, ma molte famiglie italiane risultano comunque vulnerabili dal punto di vista finanziario: il 61,3%, infatti, fa fatica ad arrivare a fine mese, e alcuni nuclei familiari sono addirittura messi alle corde in caso di una spesa imprevista o costretti a rinunciare a una visita medica per ragioni economiche. Questi sono i dati principali che emergono dal terzo monitoraggio sulla vulnerabilità economica delle famiglie italiane e da un approfondimento dedicato alle capofamiglia donne: l’indagine ha riguardato un campione costituito da circa tremila capofamiglia rappresentativi dell’universo italiano.

Obiettivo di queste indagini, condotte dall’Università degli Studi di Milano e dall’Istituto di ricerca Eumetra per il Forum Ania-Consumatori, è porre all’attenzione dell’opinione pubblica il tema della vulnerabilità delle famiglie verso gli shock esterni - come perdita di lavoro, riduzione delle ore lavorative, assistenza improvvisa agli anziani, malattie e incidenti, che possono incidere profondamente sul loro benessere economico - attraverso la misurazione di uno specifico Indice di vulnerabilità che li sintetizza e permette di monitorarne l’evoluzione nel tempo.

Famiglie ancora in difficoltà. Il terzo monitoraggio sulla vulnerabilità economica delle famiglie indica una, seppur lieve, attenuazione dei trend negativi, visto che l’Indice diminuisce del 13%: infatti, su una scala da 0 a 10 (dove 10 indica la massima vulnerabilità) passa da un valore medio di 3,164 nel 2013 a 2,750 nel 2016. Secondo l’analisi condotta dai ricercatori, tre italiani su cinque hanno problemi economici: il 40,1% delle famiglie dichiara di arrivare a fine mese con alcune difficoltà, il 13,3% con molta difficoltà, mentre il 7,9% degli intervistati non ce la fa proprio.

Questo disagio si traduce nel dato del 16,5% di famiglie che non sarebbe in grado di far fronte a una spesa imprevista importante, nell’ordine convenzionale di 700 euro. Altro “termometro” delle situazioni di fragilità è la rinuncia a un’eventuale visita medica per ragioni economiche, che cresce dal 34,4% della precedente rilevazione (2013) all’attuale 37,2%.

Sono particolarmente vulnerabili i nuclei familiari con capofamiglia donna e quelli numerosi: a parità di condizioni socio-demografiche e finanziarie, inoltre, gli individui residenti nel Sud Italia e nelle isole hanno un valore dell’indice di vulnerabilità superiore agli abitanti del settentrione.

Risultano inoltre particolarmente rilevanti gli shock esterni connessi a condizioni lavorative e quelli che determinano riduzioni del reddito e aumenti di spesa: il 24% degli intervistati ha subito la perdita del lavoro ovvero una riduzione delle ore lavorative, il 13,4% del campione è stato interessato da malattie, decessi e invalidità nell’ultimo anno, mentre il 7,5% ha vissuto una separazione negli ultimi tre anni.

La crisi ha contribuito a un impoverimento materiale di ampie fasce di cittadinanza”, sottolinea il Presidente del Forum Ania-Consumatori, Pier Ugo Andreini (nella foto), “il momento economico e sociale che viviamo e gli scenari futuri richiedono a tutti i soggetti coinvolti (pubblici, privati come le compagnie di assicurazione ed enti non profit) una maggiore collaborazione sui temi legati alla gestione del risparmio, della salute, dell’assistenza e della previdenza. In questa difficile fase della vita del Paese bisogna investire nello sviluppo di una maggiore cultura finanziaria dei cittadini”. I risultati delle indagini sono pubblicati nel volume La vulnerabilità economica delle famiglie italiane e sono stati presentati in un convegno che si è tenuto nei giorni scorsi a Roma.

www.forumaniaconsumatori.it