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FONDI PENSIONE, RENDIMENTI IN CALO NEL 2018

Rendimenti con il segno meno nel 2018, ma decisamente positivi nel lungo periodo; iscritti e patrimoni in crescita. E’ il bilancio delle forme pensionistiche complementari nell’anno passato, in  base alle statistiche della Covip (Commissione di vigilanza sui fondi pensione), l’autorità di controllo del settore.

I rendimenti. Nel 2018 l’andamento dei mercati finanziari non è stato nel complesso positivo. “I rendimenti delle obbligazioni governative sono risaliti in misura significativa negli Stati Uniti”, spiega la Covip, “si sono mantenuti in media stabili nell’area euro fatta eccezione per i titoli italiani, i cui premi per il rischio sovrano si sono allargati a partire dalla seconda metà dell’anno. Per i listini azionari, l’andamento è risultato contrastato nella prima parte del 2018 per poi peggiorare in modo consistente e generalizzato nell’ultimo trimestre dell’anno. Le tendenze osservate si sono riflesse sui risultati delle forme pensionistiche complementari, subendo perdite in conto capitale causate dai ribassi dei corsi azionari e dal rialzo dei rendimenti obbligazionari”.

I rendimenti aggregati, al netto dei costi di gestione e della fiscalità, sono stati in media negativi. I fondi negoziali hanno perso il 2,5%; -4,5% e -6,5% rispettivamente, per i fondi aperti e per i Pip di ramo III (unit linked e index linked). Per le gestioni separate di ramo I, che contabilizzano le attività a costo storico e non a valori di mercato e i cui rendimenti dipendono in larga parte dal flusso cedolare incassato sui titoli detenuti, il risultato stimato è stato positivo (1,7%).

Nel medio periodo, invece, i rendimenti delle forme pensionistiche complementari sono positivi e nettamente superiori al Tfr. Negli ultimi dieci anni (inizio 2009 a fine dicembre 2018), sono risultati pari al 3,7% per i fondi negoziali, al 4,1% per i fondi aperti, al 4% per i Pip di ramo III e al 2,7% per le gestioni separate di ramo I. Nello stesso periodo, la rivalutazione media annua composta del Tfr è stata pari al 2%.

Le posizioni in essere. Alla fine del 2018, il numero complessivo di posizioni in essere presso le forme pensionistiche complementari è di 8,747 milioni; al netto delle uscite, la crescita dall’inizio dell’anno è stata di 448mila unità (5,4%). Considerati coloro che aderiscono contemporaneamente a più forme, il totale degli iscritti può essere stimato in circa 8 milioni.

Nei fondi negoziali si sono registrate 197mila iscrizioni in più (7%), portando il totale a fine anno a 3 milioni. L’apporto maggiore alla crescita delle posizioni (circa 160mila) si è registrato in quelli che hanno attivi meccanismi di adesione contrattuale; alle otto iniziative già esistenti, a partire da gennaio 2018 si è aggiunto anche il fondo rivolto ai lavoratori del settore dell’igiene ambientale (Previambiente).

I fondi aperti totalizzano 1,462 milioni di posizioni, crescendo di 88mila unità (6,4%) rispetto alla fine dell’anno precedente. Nei Pip “nuovi”, il totale degli iscritti è di 3,276 milioni; la crescita nell’anno è di 171mila unità, +5,5%.

Le risorse in gestione. Le risorse complessivamente destinate alle prestazioni dalle forme pensionistiche complementari ammontano, a fine anno, a 166,9 miliardi di euro; il dato non tiene conto delle variazioni nel periodo dei fondi pensione preesistenti e dei Pip “vecchi”, cioè precedenti alla riforma.

Il patrimonio dei fondi negoziali, 50,4 miliardi di euro, risulta in crescita del 2%. Le risorse accumulate presso i fondi aperti corrispondono a 19,6 miliardi di euro mentre i Pip “nuovi” totalizzano 30,8 miliardi; nel 2018 l’aumento è stato, rispettivamente, del 2,5% e dell’11,5%.

www.covip.it