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FIRMATO IL DECRETO, APE VOLONTARIA AL VIA CON EFFETTO RETROATTIVO

Semaforo verde per l’Ape volontaria. Il Presidente del consiglio, Paolo Gentiloni, ha finalmente firmato il decreto che disciplina l'ormai famoso anticipo pensionistico in forma volontaria quale prestito al consumo. Vi si potrà accedere, su richiesta, dal primo maggio 2017 con effetto retroattivo. Inoltre, nella domanda all’Inps occorrerà indicare da subito se si è orientati o meno a optare per un finanziamento supplementare, con conseguente maggiorazione dell’importo della rata mensile per restituire il prestito, nel caso in cui, come è probabile, nel 2019 scatti l’adeguamento demografico automatico (l’aspettativa di vita). Che dovrebbe avere la durata di 5 mesi e che, nell’eventualità in cui il lavoratore decida di non usufruirne, non comprometterà il decorso del prestito-ponte.

Quest’ultima novità è contenuta nel la versione definitiva del provvedimento, che recepisce le sollecitazioni arrivate dal Consiglio di stato con il parere del luglio scorso. Il provvedimento passa ora alla registrazione della Corte dei conti, prima della pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale. Entro un mese dall'entrata in vigore, infine, andranno stipulate le convenzioni con banche e assicurazioni che fisseranno il “costo” dell'operazione di prestito). Il tutto dovrebbe essere operativo a partire da ottobre. Gli interessati, in altre parole, potranno cominciare ad avanzare domanda all’Inps solo dai primi di quel mese, proprio nel vivo della discussione sulla Legge di stabilità 2018, peraltro in cerca di risorse per migliorare le pensioni minime.

Che cos’è. L’Ape volontaria può essere chiesta da tutti i lavoratori: dipendenti, autonomi (artigiani, commercianti), parasubordinati iscritti alla Gestione separata dell'Inps. Sono fuori, invece, i liberi  professionisti iscritti alle proprie Casse di previdenza. Per l'accesso sono richiesti:

1) età non inferiore a 63 anni;

2) possesso di almeno 20 anni di contributi; -

3) raggiungimento  del diritto alla pensione di vecchiaia entro 3 anni e 7 mesi;

4) importo della pensione di vecchiaia, al netto della rata di ammortamento del prestito richiesto, non inferiore a 1,4 volte il minimo Inps (non inferiore 703 euro mensili).

All'Ape non possono accedere i pensionati diretti, cioè quanti sono già titolari di una pensione da lavoro. Possono invece aderire i titolari di pensione indiretta, ossia i pensionati di reversibilità.

Le scelte. Il decreto lascia libertà di scegliere se far durare il prestito fino al momento in cui all'atto della domanda è previsto il pensionamento o se comprendere anche l'eventuale aumento dell'età pensionabile, che come detto dovrebbe scattare nel 2019 in base all'adeguamento alla speranza di vita. Nella seconda ipotesi, ovviamente, la rata di prestito da restituire risulterà maggiorata.

Fissato un minimo. L'importo di Ape volontaria, erogato per 12 mensilità annue, non può risultare inferiore a 150 euro: il massimo, invece, è legato alla sua durata di Ape. Se l'anticipo è:

1) superiore a 3 anni (e fino al massimo di 3 anni e 7 mesi), si potrà arrivare a chiedere fino al 75% della futura pensione;

se è compreso tra 24 e 36 mesi, il massimo ottenibile è l'80% della pensione;

3) se compreso tra 12 e 24 mesi, fino all'85% della futura pensione;

4) infine, se inferiore a 12 mesi il massimo ottenibile sarà fino al 90% della futura pensione.  Nel determinare l’importo massimo concedibile, però, si deve tener presente anche che la futura pensione, al netto della rata di restituzione non potrà, come detto,  essere inferiore a 703 euro e la somma di tale rata, con eventuali altre rate per prestiti, non potrà essere superiore al 30% della pensione.

La domanda di pensione. Per richiedere l'anticipo pensionistico è necessario avere la “certificazione del diritto all'Ape” rilasciata dall'Inps, ente  incaricato di verificare il possesso dei requisiti del richiedente. La certificazione, oltre a decretarne il diritto, indicherà pure l'importo di “prestito” cui si può fare ricorso, mediante la fissazione del minimo e i massimi come detto sopra. Così che l’interessato potrà decidere l'importo del prestito che l'accompagnerà, mensilmente, fino alla vecchiaia. Chi fa richiesta dell'Ape volontaria deve fare  allo stesso tempo anche domanda di pensione, anche se la liquidazione della seconda (la pensione di vecchiaia) è rinviata al raggiungimento del requisito d'età. In altre parole, si può chiedere l'Ape solo decidendo anche di andare in pensione, senz’alcuna possibilità di ripensamento.  L'unico lasso di tempo dato per riflettere è il termine di 14 giorni previsto per l'esercizio del diritto di recesso (come previsto per i finanziamenti).

Costi in salita. Quanto costerà l’uscita anticipata tramite prestito? Informazioni più precise sull’ammontare della penalizzazione sull’assegno arriveranno dopo l’intesa tra Governo e banche convenzionate. Secondo le prime indiscrezioni, il tasso annuo nominale (Tan) si aggirerà intorno al 2,75% tenendo conto delle possibili oscillazioni dell’asticella nei prossimi giorni. Il tasso in ogni caso sarà fisso, anche se probabilmente sarà aggiornato ogni due o tre mesi motivo per cui, considerando il trend del mercato (il rendimento del Btp decennale è salito del 30% negli ultimi 4 mesi) si può ipotizzare che i primi che aderiranno all’Ape otterranno il tasso più conveniente. Per quanto riguarda invece il costo del premio assicurativo finale, con molta probabilità salirà leggermente rispetto al 29% originariamente previsto, quando il Tan era ipotizzato al 2,5%. Da ultimo bisogna conteggiare anche le commissioni di accesso al Fondo di garanzia che sarà attivato dal Ministero dell’Economia e che andrà a coprire fino all’80% i tre rischi legati al finanziamento dell’Ape: il mancato rispetto dei pagamenti rateizzati, la morte prematura del beneficiario e il fallimento dell’assicurazione. La commissione in questione dovrebbe avere un valore variabile tra 1% e 2% (tra lo 0,05% e lo 0,1% l’anno). Ma ne vale la pena?

www.inps.it