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ETÀ PENSIONABILE, COSA FARÀ IL NUOVO GOVERNO

In Italia, la questione dell’età pensionabile è una di quelle che fanno vincere o perdere le elezioni.  Ce ne siamo accorti lo scorso 4 marzo. Vedremo quali misure adotterà il nuovo Governo: abrogazione, superamento, rivisitazione della riforma Fornero? Gli argomenti che vengono portati a sostegno di queste posizioni sono soprattutto due, intersecati tra loro: gli anziani sono costretti a ritardare il pensionamento, così i giovani non riescono a trovare lavoro. È divenuto ormai un luogo comune: ogni volta che giornali e Tv commentano i dati Istat sull’occupazione, ci aggiungono che cresce il lavoro precario e quello degli anziani. Questo perché l’Italia ha il livello di età pensionabile più elevato nella Ue.

Magari, talvolta capita che si trovi il modo di commentare anche i trend demografici, facendo notare, con preoccupazione, che sono in atto sia un crollo della natalità sia un incremento del processo d’invecchiamento. Ma nessuno si prende la briga di collegare questi trend ai problemi del mercato del lavoro sul lato dell’offerta e della sostenibilità del sistema pensionistico.

Fornero no, Fornero ma? Nel clima d’incertezza politica che ha caratterizzato la formazione del Governo, circolano alcune indiscrezioni su quelle che potrebbero essere le misure del nuovo esecutivo sulle pensioni. D’altro canto, la previdenza è stata uno dei temi caldi su cui si è giocata la campagna elettorale. Sono molti, infatti, i lavoratori (soprattutto i più anziani) che aspettano risposte per quanto riguarda le azioni da adottare per il superamento della legge Fornero, come promesso più di una volta sia dalla Lega sia dal M5S, spalleggiati sul tema da tutte le organizzazioni sindacali.

Se in un primo momento sembrava che la soluzione potesse essere la predisposizione della famosa “Quota 100, negli ultimi giorni questa ipotesi sembra essersi ridimensionata (non scartata). Secondo i calcoli forse eccessivamente severi dell’Inps, sarebbero troppe le risorse necessarie a garantirea tutti la pensione anticipata . Si aprono spiragli, invece, per la riapertura della cosiddetta “Opzione donna” e la proroga dell’Ape sociale. Ma andiamo con ordine.

Quota 100. Sembra un po’ più difficile l’introduzione della famosa “Quota 100”, la somma degli anni di età e quelli di contribuzione versata: una misura che, secondo l’Inps, è poco sostenibile perché consentirebbe a troppe persone l’accesso alla pensione anticipata. Una soluzione per tenere in piedi questa pista, da riprendere in esame nella prossima Legge di Stabilità, potrebbe essere quella di “ripensare” il meccanismo, introducendo alcuni paletti, in modo da consentire  l’accesso alla pensione anticipata a un minor numero di soggetti. Le ipotesi più accreditate sono due. Quella di consentire il pensionamento con un minimo di 64 anni e 36 di contributi, oppure 62 anni di età e 38 di contribuzione. E quella della pensione anticipata a 41 anni, indipendentemente dalla carta d’identità.

Opzione donna. Trapelano invece notizie positive per le donne che da mesi attendono risposte sul fronte del prepensionamento. Si aprono infatti spiragli sulla proroga di Opzione donna, la misura che consente alle lavoratrici di andare in pensione a 57 anni (58 le autonome) anni di età e 35 di contributi, accettando una penalizzazione sull’assegno che verrebbe calcolato esclusivamente con il meno vantaggioso metodo contributivo. Peraltro, la riapertura della “pensione anticipata rosa” non dovrebbe presentare problemi di spesa. Sarà infatti finanziata dai risparmi registratisi dalla differenza tra le risorse a suo tempo stanziate e quelle effettivamente utilizzate.

Ape sociale. Le novità sulle pensioni però potrebbero non essere finite qui. Sembrerebbe infatti che tra i primi provvedimenti del nuovo esecutivo potrebbe esserci lo slittamento dal 2018 al 2019 dell’Ape sociale, una delle misure  inserita nella Legge di Stabilità del 2017, che consente l’accesso alla pensione anticipata a determinate categorie di lavoratori senza penalizzazioni. In particolare a tutti quei lavoratori impegnati in mansioni gravose.

www.inps.it

Leonardo Comegna